Uno dei fattori che può danneggiare le specie coltivate (cereali, ma anche frutta e ortaggi) è la presenza di funghi, che attaccano le piante per trarne nutrimento, provocando danni ai tessuti e alla crescita della pianta, con conseguenze anche gravi per la produzione e la qualità alimentare. Ogni specie fungina si differenzia dalle altre per specificità di attacco, areale di diffusione, condizioni di crescita (in particolare temperatura e umidità) ed effetti sulla pianta. Le alterazioni più gravi sono date dai ceppi di funghi tossigeni, che producono micotossine, dannose per gli uomini e gli animali che se ne nutrono. Lo sviluppo di patogeni fungini e l’accumulo di micotossine può avvenire, oltre che nella fase di crescita della pianta, anche nella fase di stoccaggio. Le strategie per la difesa delle colture dai funghi patogeni comprendono, oltre all’uso di fungicidi chimici, sia l’applicazione delle buone pratiche agronomiche che la selezione di genotipi caratterizzate da tolleranza o resistenza al patogeno.
Si stima che oltre il 40% della produzione potenziale delle specie coltivate a livello mondiale venga persa a causa di stress biotici, tra cui l’impatto dovuto ai patogeni di natura fungina non è trascurabile (Balconi et al. 2012). La possibilità di ridurre e controllare l’incidenza di questi fattori sulle produzioni agricole potrebbe perciò contribuire in modo significativo a stabilizzare o aumentare le rese correnti.
La maggior parte dei funghi patogeni che attaccano le piante appartengono alla divisione degli Ascomiceti. Si tratta di organismi di diverso tipo, da unicellulari a complessi, caratterizzati da una alimentazione eterotrofa, da un sistema di riproduzione attraverso elementi chiamati spore e dalla mancanza di tessuti differenziati. Questi organismi attaccano le piante per trarne nutrimento e supporto per la riproduzione; la loro presenza può arrecare alla pianta un danno visibile che va da una semplice alterazione del colore delle foglie e del fusto (Figura 1), ad alterazioni della crescita o marciumi dell’intera pianta o di una sua parte (Figura 2 e Figura 3), compromettendone l’utilizzo a scopo alimentare o zootecnico.
figura 1 - Pianta di caffé infettata dalla ruggine
figura 2 - Oidio della fragola
figura 3 - Effetti di Phythophthora infestans sul tubero
Numerose sono le specie dei patogeni fungini delle piante coltivate; le principali sono elencate in Tabella 1. Ogni specie di fungo si differenzia per le condizioni ottimali di crescita (temperatura e umidità), la specificità di infezione, la capacità di disseminazione, gli organi vegetali attaccati e la praticabilità di un monitoraggio ambientale. Per quanto riguarda i cereali la cattiva qualità della granella si ripercuote sia sul prodotto destinato alla semina, con diminuzione della germinabilità, sia su quello a uso alimentare, con peggioramento delle caratteristiche organolettiche e nutrizionali. Il danno più grave derivato dall’infezione fungina sui cereali è rappresentato dalle micotossine, sostanze prodotte da alcuni ceppi di funghi (che vengono perciò definiti tossigeni), che esercitano un effetto dannoso sulla salute di uomini e animali. Lo sviluppo di patogeni fungini e l’accumulo di micotossine può avvenire, oltre che nella fase di crescita della pianta, anche nella fase di stoccaggio.
Fungo |
Fungo |
Alternaria ssp. |
Peronospora ssp.. |
Aspergillus ssp. |
Podosphaera ssp. |
Blumeria |
Pseudoperonospora cubensis |
Cercospora beticola |
Puccinia ssp. |
Cladosporium fulvum |
Rhizoctonia solani |
Claviceps purpurea |
Rhizopus nigricans |
Fusarium ssp. |
Sclerotium ssp.. |
Helmintosporium solani |
Septoria ssp. |
Magnaporthe ssp. |
Tilletia caries |
Penicillium ssp. |
Ustilago ssp. |
Tabella 1. Elenco di alcune delle specie più diffuse di patogeni fungini nelle piante ortive,
fruttifere, erbacee e ornamentali
Patogeni fungini dei cereali
I funghi del genere Aspergillus ssp. attaccano principalmente il mais (Figura 4A) e sono tipici di località e stagioni con elevate temperature (28-30°C) e umidità. L’infezione avviene attraverso le sete e si manifesta con sviluppo di muffe di colore verde-bruno ben visibili tra le cariossidi. Le perdite di produzione sono limitate, ma la granella contaminata risulta contenere aflatossine.
figura 4 - Funghi patogeni su cariossidi di mais
I funghi del genere Fusarium vivono come saprofiti sui residui colturali del terreno, e da qui possono arrivare ad attaccare le piante a livello di cariosside, foglie e stocco. La principale patologia indotta è la fusariosi della spiga che causa marciumi di colore bianco-rosati all’apice o sulle cariossidi. In Italia il più comune patogeno appartenente a questa specie è F. verticillioides, che attacca principalmente il mais (Figura 4B), la cui crescita è favorita da temperature miti. Nelle annate più fresche e piovose si può sviluppare F. graminearum, che attacca anche il frumento. Le perdite in produzione causate da questo tipo di patogeno sono limitate, ma l’attenzione alla fusariosi riguarda il possibile accumulo di micotossine (fumonisine, zearalenone, DON, ecc.).
I funghi del genere Penicillium vivono sui residui colturali del terreno e sono responsabili anche delle muffe che si formano post-raccolta o durante lo stoccaggio. Provocano un marciume verde-bluastro sulla parte apicale della spiga e delle cariossidi (Figura 4C) o sul tutolo. Alcune specie, tra cui P. verrucosus, che vive in climi temperati-freschi, possono produrre ocratossina A, molto dannosa sia per l’uomo che per gli animali.
La contaminazione dei cereali da parte di patogeni funghi non sempre è visibile attraverso la presenza di muffe sulle cariossidi; comune è il caso che il patogeno sia all’interno del seme e si manifesti solo durante la fase germinativa. Allo scopo di verificare la presenza di una contaminazione interna è possibile eseguire un test in vitro in cui i semi vengono disposti in piastra su terreno sterile e fatti germinare per alcuni giorni. In Figura 5 sono illustrati alcuni semi di mais contaminati da Aspergillus flavus.
figura 5 - Semi di mais contaminati da Aspergillus flavus
Altri patogeni colpiscono i tessuti verdi della pianta: fusto, foglie o organi fiorali.
Blumeria graminis (oidio o powdery mildew)
Probabilmente è la malattia dei cereali più diffusa, presente in tutte le aree di coltivazione; sono presenti diverse sottospecie specifiche per frumento, orzo, segale o avena. Il fungo sopravvive all’inverno come micelio quiescente. I sintomi sono visibili su tutte le parti aeree della pianta (Figura 6) , ma si ritrovano soprattutto sulla spiga. La crescita viene favorita da temperature tra 15-20°C e alta umidità relativa (> 90%); viene invece inibita a temperature > 25°C. Le perdite stimate nelle colture suscettibili sono del 20-25%.
figura 6 - Oidio
Puccinia ssp.: esistono quattro sottospecie di questo patogeno, che attaccano i cereali a paglia.
- coronata: colpisce esclusivamente le piante di avena. I sintomi consistono in pustole allungate di colore arancio che si ritrovano sulle parti aeree ma soprattutto sulle foglie. Una resistenza genetica a questa malattia è stata introdotta in alcune varietà commerciali, ma si sono avuti problemi con un blocco della resistenza; vengono cercate ora varietà slow-rusting che offrono una resistenza più durevole.
- striiformis (gialla): colpisce soprattutto il frumento. Attacca prima le foglie, poi con il proseguire della stagione anche le spighe. Questo patogeno è favorito da temperature di 10-15°C e alti livelli di umidità, viene invece rallentato quando la temperatura supera i 20°C. Epidemie di ruggine gialla si sono avute in Inghilterra e Galles negli anni 1978, 1981 e 1988 con perdite in produzione fino al 40%.
- recondita (bruna): molto diffusa su frumento e orzo. Il sintomo visibile sono pustole sulle foglie, (Figura 7) ma il danno alla produzione è abbastanza ridotto.
figura 7 - Ruggine bruna
- gramins (nera): a differenza delle altre ruggini, cresce molto bene intorno ai 24°C e rallenta la crescita sotto i 15°C. In seguito a un’infezione severa, le piante non accestiscono, hanno meno radici, sono più suscettibili ai danni da freddo, hanno una superficie fotosintetica ridotta.
Claviceps purpurea (segale cornuta o ergot)
Questo patogeno colpisce frumento, orzo e segale (raramente avena), e il suo sviluppo è favorito dal clima fresco e umido che prolunga la fioritura e favorisce la germinazione delle spore fungine.
L’attacco di questo patogeno produce perdite ridotte (massimo del 10%) sulla produzione, ma la contaminazione è pericolosa per la produzione di alcaloidi tossici. Queste tossine possono causare infatti convulsioni, allucinazioni, cancrena in uomo e animale, ma anche aborti e malformazioni del feto.
L’infezione di Septoria tritici si sviluppa tra i 15 e i 20°C e colpisce prevalentemente le foglie (Figura 8); S. nodorum invece si sviluppa generalmente a temperature più alte (tra 20 e 27°C), in condizioni di umidità alta. Colpisce foglie, guaine, culmo e spiga. L’attacco di questo patogeno è considerato una tra le più serie malattie dei cereali, in particolare nelle aree di coltivazione vicino al mare. In anni recenti nel Regno Unito si è stimata una perdita di 18 milioni di sterline causata da questa malattia.
figura 8 - Septoria
Magnaporthe oryzae (brusone)
Il patogeno fungino Magnaporthe oryzae è la causa di una delle più gravi malattie del riso, in grado di causare perdite produttive fino al 50-70% in diversi areali di coltivazione nel mondo. Le condizioni ottimali per l’insorgenza dell’infezione si manifestano nel mese di luglio, quando si raggiungono temperature medie elevate (25-32°C) e valori di umidità relativa compresi tra 85-90%. L’aggressione avviene a carico di tutti i tessuti: foglia (Figura 9), culmo e pannocchia.
figura 9 - Brusone del riso
A differenza dei funghi sopracitati, Ustilago ssp. appartiene alla divisione dei Basidiomiceti. I sintomi dell’infezione si manifestano all’emergenza dell’infiorescenza, che appare attaccata da spore nere o marroni. Nel caso del mais la massa delle spore è contenuta in una membrana bianca, che forma dei tumori. Questo patogeno può svilupparsi trai 15 e i 24°C, con delle differenze in relazione alla sottospecie. Il danno che arreca al raccolto comprende una perdita della resa (variabile tra il 10% e il 40%) e un abbassamento della qualità della granella.
Effetti di Phythophthora infestans sul tubero
Effetti di Phythophthora infestans sul tubero
Funghi patogeni su cariossidi di mais
Funghi patogeni su cariossidi di mais. A: Aspergillus; B: Fusarium; C: Penicillum.
Semi di mais contaminati da Aspergillus flavus
Semi di mais contaminati da Aspergillus flavus (foto A.Torri)
Pianta di caffé infettata dalla ruggine
Pianta di caffè infettata dalla ruggine (Hemileia vastatrix) (foto di J. Jarman)
Oidio della fragola
Oidio della fragola (Podosphaera macularis) (Foto CRA-FRF)
Oidio
Oidio (Blumeria graminis)
Ruggine bruna
Ruggine bruna (Puccinia recondida)
Septoria
Septoria (Septoria tritici)
Brusone del riso
Brusone del riso (Magnaporthe oryzae). Da: Perrini et al. (2013). La resistenza al brusone del riso: il contributo delle moderne applicazioni genetiche a una problematica attuale ed alla sua soluzione. Dal Seme 8(1): 18-22.
L’importanza degli effetti dei patogeni fungini sulle produzioni agricole ha fatto sì che una grande quantità di studi siano stati condotti negli anni per comprendere i meccanismi di azione di questi organismi e definire le possibili misure di difesa. Il primo passo è senz’altro la definizione di pratiche agronomiche adeguate per la riduzione dell’infezione fungina, quali ad esempio l’avvicendamento colturale, che impedisce il propagarsi del patogeno da una stagione agronomica all’altra attraverso i residui colturali nel terreno. C’è inoltre da considerare che una pianta in buona salute e ben alimentata (cioè con un apporto adeguato di azoto, minerali e acqua) risulta più resistente a eventuali attacchi di patogeni. Alcuni funghi sfruttano i tunnel scavati dagli insetti per penetrare nei tessuti della pianta o nei semi, per cui i trattamenti insetticidi possono essere efficaci nel ridurre anche le infezioni fungine.
Molta attenzione, infine, è stata e viene tuttora dedicata agli studi sulla relazione tra pianta e patogeno e sulla descrizione dei meccanismi di difesa che la pianta può mettere in atto. La presenza nei tessuti vegetali di particolari sostanze (saponine, antiossidanti, ecc.) sembra svolgere una funzione protettiva nei confronti degli organismi patogeni; pare anzi che la sintesi di queste molecole venga stimolata proprio dallo stress biotico (Picot et al., 2013; Tava e Avato, 2006). La selezione, mediante test in vitro e in campo, di genotipi dotati di resistenza alla diffusione del patogeno nei tessuti vegetali e alla produzione di micotossine costituisce uno strumento irrinunciabile per la riduzione delle perdite produttive e dei trattamenti chimici impiegati nella lotta ai funghi.
AIRES. Mais: Qualità e Micotossine. Editore Junglemedia, 2004
Balconi C. et al. Breeding for biotic stress resistance/tolerance in plants. In: Crop production for agricultural improvement. M. Ashraf et el. (Eds), pp. 57 – 114.
Classificazione degli agenti patogeni per gli animali e i vegetali
I funghi: un intero regno da esplorare
Murray T.D., Parry D.W., Cattlin N.D. A colour handbook of diseases of small grain cereal crops. G.R. Dixon Editor, 1998.
Perrini R., Biselli C., Urso S., Cavalluzzo D., Orasen G., Desiderio F., Albertario E., Tacconi G., Lupotto E., Cattivelli L., Valè G. (2013). La resistenza al brusone del riso: il contributo delle moderne applicazioni genetiche a una problematica attuale ed alla sua soluzione. Dal Seme 8(1): 18-22.
Picot A. et al. (2013). Maize kernel antioxidants and their potential involvement in Fusarium ear rot resistance. Journal Agricultural Food Chemistry 61: 3389 – 3395.
Ravaglia S. (2008). Ecco le principali avversità del frumento. Molini D’Italia Dicembre: 45-56.
Terzi V., Tumino G., Stanca A.M., Morcia C. (2014). Reducing the incidence of cereal head infection and mycotoxins in small grain cereal species. Journal of Cereal Science 59: 284 – 293.
Tripodi G. 2006. Introduzione alla botanica sistematica. Edises editore.