Il riso è la fonte alimentare da cui dipende la maggior parte dell’umanità e, grazie alla notevole adattabilità della pianta, viene coltivato in tutti i continenti con condizioni climatiche molto diversificate: dai delta dei fiumi, alle zone paludose, dalle pianure irrigue alle pendici montane. In ogni contesto nei secoli sono state messi a punto sistemi di coltivazione, alcuni dei quali sito-specifici (quali la coltivazione del “riso galleggiante”), ma quasi tutti accomunati dalla presenza di acqua con la funzione, oltre che di rifornimento idrico, di regolatore termico. I sistemi colturali risicoli si possono differenziare a seconda della disponibilità di acqua: a livello globale i più diffusi sono quello irrigato (praticato sul 56% della superficie a riso, esso produce il 78% del totale mondiale) e quello inondato, dove viene trattenuta l’acqua delle piogge o delle esondazioni (25% della superficie, 17% della produzione). I sistemi colturali si differiscono poi per i metodi di impianto (semina o trapianto) e per il livello di meccanizzazione (da manuale a interamente meccanizzato), soprattutto in funzione del livello di sviluppo e delle disponibilità economiche dei paesi.
Il riso sopperisce direttamente alle esigenze nutrizionali giornaliere di oltre 3,2 miliardi di persone e la risicoltura, per il numero di persone coinvolte, rappresenta in assoluto la più importante attività economica al mondo. L’area coltivata a riso interessa l’11% dell’intera superficie arabile mondiale ed è distribuita in 122 Paesi di tutti i continenti, seppure circa il 90% della produzione risicola mondiale sia concentrata in Asia.
La pianta del riso è in grado di adattarsi a svariate condizioni ambientali ed infatti è coltivata in contesti climatici differenziati: tropicale (dominante nella regione compresa tra il Tropico del cancro e il Tropico del capricorno), sub-tropicale e temperato. Nell’emisfero boreale è coltivato fino a circa 50° N (Cina) e in quello australe fino a 35° S (Australia e Uruguay). Negli ambienti tropicali, la coltivazione del riso viene effettuata ad altitudini comprese tra il livello del mare (delta dei fiumi) e circa 2600 m di altezza (Nepal).
I sistemi colturali nel mondo
Il riso è generalmente coltivato da solo, come monocoltura, come accade nei sistemi irrigati e solo in alcuni casi è inserito in sistemi colturali che prevedono alternanza con l’incolto per una stagione (sistemi pluviali), frumento (Asia meridionale e Cina), colture foraggere (Egitto, Brasile, Uruguay, Argentina) o varie colture (sistemi pluviali di Asia e Africa). Nei sistemi pluviali dell’Africa sub-sahariana il riso viene, talvolta, coltivato in consociazione con mais e cassava.
Nelle aree di produzione il riso è coltivato con tecniche e sistemi molto differenti in base alle specifiche situazioni ambientali, sociali ed economiche. Le principali differenze sono legate a: disponibilità idrica, metodi di impianto della coltura e al grado di meccanizzazione disponibile.
Sistemi di coltivazione e disponibilità idrica
Il riso è l’unico cereale in grado di svilupparsi senza problemi anche in suoli saturi o sommersi dall’acqua, essendo dotato di un sistema che consente il trasporto dell’aria in tutti i suoi tessuti. Con particolare riferimento alla disponibilità idrica e ai rapporti che si possono stabilire tra suolo e acqua durante il ciclo colturale, la risicoltura mondiale è schematicamente classificabile in 4 principali ecosistemi (Tabella 1 e Figura 1):
- Sistema pluviale (upland rice system): i terreni sono normalmente asciutti e drenanti e raramente la sommersione ha una durata superiore a due giorni durante tutto il ciclo colturale poiché le precipitazioni costituiscono la principale fonte di acqua per la coltura. Il riso viene coltivato su terreno asciutto e seminato poco prima dell’inizio della stagione delle piogge. La produzione media unitaria è bassa, e i principali limiti alla produzione sono la scarsa fertilità dei suoli, le malattie e le piante infestanti.
- Sistema inondato (rainfed lowland rice system): i terreni di coltivazione del riso sono pressappoco pianeggianti e contornati da arginelli, in modo da trattenere l’acqua di pioggia, oppure, in qualche caso, quella derivata da piccoli corsi d’acqua o proveniente dalle esondazioni dei fiumi. In queste condizioni, non è possibile alcun controllo del livello dell’acqua e il riso, durante la sua coltivazione, è esposto al rischio di carenza idrica o sommersioni con molta acqua, con alternanze, talora repentine, di stati di aerobiosi e anaerobiosi nel suolo. È diffuso in ambienti caratterizzati da clima sfavorevole e substrati poveri, dove non vi sono le condizioni per l’applicazione di moderne e costose tecnologie. I maggiori limiti di questo sistema sono legati all’incertezza della disponibilità idrica e alla limitata fertilità dei suoli.
- Sistema dell’acqua profonda (deep water rice o flood prone rice system): tipico degli ambienti dove le risaie sono soggette a un’incontrollata sommersione per gran parte del ciclo colturale: la pianta allunga il culmo fino a fuoriuscire dalla superficie dell’acqua (riso galleggiante o floating rice). L’impianto della coltura avviene principalmente prima della stagione delle piogge; solo raramente si realizza mediante il trapianto. Nelle aree con reflusso delle maree, le principali problematiche nella coltivazione del riso sono legate alla salinità dell’acqua e del terreno e alle improvvise variazioni del livello dell’acqua (flash floods). Le produzioni sono basse per leforti variazioni dovute alle imprevedibili alternanze di allagamenti con periodi di siccità. Le maggiori problematiche di questo sistema sono legate ai forti stress ambientali.
- Sistema irrigato (irrigated lowland rice system): viene adottato su terreni in piano, adeguatamente livellati e contornati da arginellature, che possono disporre di un uniforme strato di acqua regolabile in altezza a seconda delle esigenze della coltura. In relazione alla disponibilità di piogge, il sistema irrigato può venire praticato
- nella stagione umida (irrigated wet season), l’irrigazione serve per integrare l’acqua fornita dalle piogge;
- nella stagione asciutta (irrigated dry season): tipica degli ambienti in cui le precipitazioni sono solitamente di scarsa entità e l’acqua è assicurata, quasi totalmente, dall’irrigazione. Queste regioni sono caratterizzate da elevato irraggiamento solare, forte evapotraspirazione, limitata incidenza delle avversità biotiche ed elevato potenziale produttivo. I livelli produttivi medi di questo sistema sono superiori a quelli del sistema risicolo irrigato nella stagione umida.
La diffusione di questo sistema è legata alla realizzazione di sbarramenti sui fiumi, per accumulare l’acqua di superficie e di una fitta rete di canali, per alimentare con continuità i campi coltivati. Negli ultimi decenni, in alcuni Paesi, lo sviluppo dell’irrigazione è stato ottenuto grazie all’utilizzazione delle acque di falda, prelevate da pozzi. Nelle regioni a clima tropicale il ricorso all’irrigazione, unitamente alla coltivazione di varietà a ciclo breve permette di realizzare da due a tre coltivazioni all’anno sullo stesso terreno. I livelli produttivi più elevati con un solo ciclo colturale all’anno vengono registrati in Egitto, America, Australia, Europa. La produzione potenziale del riso irrigato coltivato negli ambienti tropicali è generalmente inferiore a quella delle aree a clima sub-tropicale e temperato in quanto, in queste ultime il periodo successivo alla formazione dell’infiorescenza è caratterizzato da durata dell’illuminazione e irraggiamento solare più lunghi. Le rese elevate sono possibili grazie all’adozione di varietà appositamente selezionate (con taglia bassa, reattive all’apporto di dell’azoto, tolleranti alle avversità biotiche). Le principali problematiche incontrate nel sistema irrigato di coltivazione sono le avversità biotiche (piante infestanti, insetti e malattie), la corretta gestione dell’acqua e il degrado ambientale legato a un elevato apporto dei mezzi di produzione. In Italia e in Europa tutta la superficie a riso è irrigata artificialmente tramite sommersione in campi con argini detti camere o bacini.
Tabella 1 Sistemi di coltivazione del riso (Fonte: modif. da AA:VV:, 2008)
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Sistema pluviale (upland rice system) |
Sistema inondato (rainfed lowland rice system) |
Sistema dell’acqua profonda (deep water rice o flood prone rice system) |
Sistema irrigato (irrigated lowland rice system) |
Terreni di coltivazione |
da pianeggianti a fortemente declivi (fino al 40% di pendenza) |
pianeggianti e in leggera pendenza, con modeste arginellature |
pianeggianti o leggermente in pendenza, senza arginellature |
pianeggianti (risaie) contornati da arginelli |
Regimazione acque |
nessuna |
nessuna (da 0 a 50 cm di profondità dell’acqua) |
nessuna (da 0,5 -1, sino a 6 m di profondità dell’acqua) |
regimazione dell’acqua (5-15 cm di profondità dell’acqua) |
Modalità apporto acqua |
piogge |
piogge (o esondazioni fiumi) |
piogge o maree |
irrigazione (da fiumi, laghi, pozzi) e piogge |
Resa media (t/ha) |
1 - 4 |
1 - 3 |
1 - 1.5 |
4 - 10 |
Apporto mezzi produzione |
limitato |
medio-basso |
ridotto |
elevato |
Incidenza su superficie totale mondiale (%) |
13 |
25 |
6 |
56 |
Incidenza produzione mondiale (%) |
4 |
17 |
1 |
78 |
Zone di diffusione |
India e Bangladesh, aree collinari umide dell’Africa occidentale, regioni lievemente ondulate del Brasile |
delta dei fiumi, aree paludose, pianure soggette a sommersione di Asia e Africa sub-sahariana |
delta dei fiumi (Gange, Brahmaputra, Mekong, Niger); distese pianeggianti regioni costiere di India, Bangladesh, Vietnam e Indonesia (soggette a inondazioni giornaliere da riflusso delle maree) |
Nord Africa (Egitto), Nord America, Australia Europa (1 ciclo/anno). Asia (58%) e Sud America |
Tendenza evoluzione superfici |
stabile |
forte riduzione |
forte riduzione |
espansione (localmente in regresso per perdita suolo agricolo) |
figura 1 - Distribuzione mondiale dei tre più diffusi sistemi di coltivazione del riso
Metodi di impianto del riso
L’impianto della coltura del riso può essere realizzato con semina diretta o con il trapianto (Tabella 2). Il trapianto può essere eseguito manualmente (nei paesi poco sviluppati) o con mezzi meccanici (Corea del Sud e il Giappone). Durante il trapianto le piantine vengono disposte a ciuffi di 2-4 piante ciascuno. Il trapianto è particolarmente adatto agli ambienti dove le pratiche agronomiche, soprattutto la preparazione del terreno e la gestione dell’acqua, non sono ottimali e dove, per ragioni economiche o organizzative, non vi è la possibilità di ricorrere ai diserbanti perché assicura un vantaggio competitivo della coltura nei confronti delle piante infestanti, limitando sensibilmente il danno causato dalla loro presenza.
Tabella 2 Principali caratteristiche dei diversi metodi di impianto (Fonte: modif. da AA:VV:, 2008)
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Semina su terreno asciutto |
Semina su terreno saturo o sommerso |
Trapianto |
Sistema di coltivazione |
sistema irrigato (Europa e USA), sistema pluviale e delle acque profonde |
molto diffuso sistemi irrigati più produttivi (USA, Europa, America Latina e Australia) e recentemente nei sistemi irrigati e inondati dell’Asia |
molto diffuso sistemi irrigati e inondati in Asia e Africa |
Descrizione |
seme non pre-germinato interrato |
seme pre-germinato distribuito a spaglio su terreno sommerso o seminato a file sulla superficie del terreno saturo |
piantine fatte crescere in vivai seminati |
Necessità manodopera |
rapido, poca manodopera |
rapido, poca manodopera |
molto oneroso |
Lotta alle malerbe |
attenta |
attenta |
ridotta |
Livello di meccanizzazione
Il grado di meccanizzazione della coltivazione del riso (Tabella 3) varia, a seconda dello sviluppo economico, da forme rudimentali (adottate in alcune aree africane e asiatiche, dove è praticata una risicoltura di sussistenza), a livelli ad alto sviluppo tecnologico, tipici delle economie più avanzate.
Tabella 3: Livello di meccanizzazione per la coltivazione del riso (Fonte: modif. da AA:VV:, 2008)
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Meccanizzazione rudimentale |
Meccanizzazione semplice |
Moderatamente meccanizzati |
Meccanizzazione elevata |
Iper-meccanizzati |
Forza motrice per lavorazione terreno |
uomo (zappe) |
trazione animale |
trazione animale |
trattori |
trattori e mezzi aerei ad assistenza elettronica |
Impianto |
manuale |
manuale |
manuale |
seminatrici / trapiantatrici meccaniche |
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Diserbo e difesa |
manuale |
manuale |
pompe a spalla |
barre diserbo |
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Irrigazione |
- |
sollevamento manuale o animale |
manuale o pompe meccaniche |
pompe meccaniche |
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Raccolta |
manuale (falci) |
manuale |
manuale |
mietitrebbiatrici |
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Trebbiatura |
con pertiche o animali |
trebbiatrici meccaniche |
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Sistemi di coltivazione |
pluviali, inondati, acqua profonda di Africa subsahariana e alcune regioni molto povere dell’Asia |
inondati e irrigati Africa sub-sahariana e Asia. |
inondati e irrigati Africa sub-sahariana e Asia. |
irrigati di America Latina, Europa, USA, Australia, Giappone, Corea del Sud, Medio Oriente e, più recentemente, in Cina, Nord Africa e nelle aree limitrofe alle grandi città asiatiche |
irrigati di Stati Uniti, Europa, Australia e Giappone |
La risicoltura in Europa
In Unione Europea i paesi in cui avviene la coltivazione sono: Portogallo, Spagna, Francia, Grecia e Italia (dove è prodotta più della metà del riso dell’intera UE e il 90% della superficie si trova nelle provincie di Vercelli, Pavia, Novara, Milano).
Nell’Unione europea il riso è coltivato esclusivamente con il sistema irrigato mediante semina, prevalentemente in monocoltura e ricorrendo all’impiego di apposite macchine. In Italia il riso è coltivato secondo due modelli di sistemazione del terreno che prevedono la sommersione uniforme dei campi livellati:
- in Pianura Padana occidentale (Piemonte, Lombardia esclusa Mantova): gli appezzamenti sono delimitati da argini permanenti non transitabili e suddivisi in “camere” di 0,5-4 ettari delimitate da arginelli,
- In Pianura Padana orientale (Veneto, Mantova, Emilia): gli appezzamenti (“bacini”) di 10-20 ettari sono divisi da argini transitabili con al loro interno grandi fossi ogni 30-40 m.
In Italia l’agrotecnica prevede, solitamente, l’aratura a fine inverno-inizio primavera, cui segue l’affinamento con erpici, il livellamento, l’intasamento (nei terreni permeabili), la semina (da metà aprile a inizio giugno) a spaglio su terreno inondato o a file su terreno asciutto. Successivamente le operazioni colturali attuate sono tra loro strettamente interconnesse: governo dell’acqua (periodi di sommersione e di asciutta), concimazione (soprattutto di tipo minerale con 2-3 frazionamenti dell’azoto), diserbo (da 3 a 5 interventi). La raccolta avviene da settembre a fine ottobre.
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[link 34 "Trasformazione riso: parboilizzazione"]
[link 35 "Prodotti a base di riso"]
[link 134 "Il Golden Rice"]
Distribuzione mondiale dei tre più diffusi sistemi di coltivazione del riso
(Fonte: http://www.knowledgebank.irri.org/submergedsoils/index.php/rice-growing-environments/lesson-1)
In conclusione occorre rimarcare che i sistemi colturali risicoli connotano fortemente il paesaggio agrario: la realizzazione nel corso dei secoli di terrazzamenti, spianamenti, opere idrauliche, canali ha originato paesaggi di notevole pregio paesaggistico ed ha consentito il mantenimento di zone umide in cui sopravvivono molte specie rare di animali e vegetali. Al contempo però l’intensificazione progressiva della tecnica di coltivazione implica l’impiego di fertilizzanti di sintesi e di diserbanti e l’aumento della superficie degli appezzamenti con effetti sulla riduzione della biodiversità e la possibile alterazione degli equilibri degli agro-ecosistemi (oltre agli intrinseci elevati fabbisogni di acqua della coltura e alle emissioni di metano del suolo sommerso). E’ per questo che in più parti del mondo si stanno conducendo studi per ridurre gli impatti negativi dei sistemi colturali intensivi di questo indispensabile cereale.
AA.VV., 2008. Il riso. Coordinamento scientifico Ferrero A. Collana Coltura & Cultura. Ideata e coordinata da Angelini R., Bayer Crop Science. Ed. Script. Bologna
Conference Special Edition Vol. 53 International Rice Commission Newsletter. Rome
Ferrero A., 2014. Dispense del corso di Coltivazioni erbacee. Università di Torino – DISAFA