Oltre a funghi e insetti, altri organismi possono nuocere alle piante: aracnidi, nematodi, batteri, virus, animali superiori e altri ancora. Tutti questi organismi sono presenti naturalmente nell’ambiente e fanno parte di un ecosistema in equilibrio. L’introduzione di una coltura, specialmente se in modo estensivo o in monosuccessione, modifica le condizioni ambientali esistenti: la gestione delle strategie per ridurre l’impatto di organismi potenzialmente patogeni o per eliminarli del tutto richiede perciò una attenta valutazione delle possibili ricadute
Gli acari (Figura 1) sono una sottoclasse degli Aracnidi.
figura 1 - Aceria anthocoptes
I nematodi (Figura 2) sono organismi vermiformi di piccolissime dimensioni, difficilmente visibili ad occhio nudo, dal corpo cilindrico fusiforme e filamentoso.
figura 2 - Immagine al microscopio elettronico di un nematode (Heterodera sp) con un uovo
I molluschi comprendono le chiocciole, provviste di una conchiglia esterna al corpo, e le limacce, prive di conchiglia. Sono provvisti di apparato boccale masticatore e si nutrono di teneri germogli e di foglie. Vivono in ambienti molto umidi ed esercitano la loro attività soprattutto nelle ore notturne e dopo abbondanti piogge.
I batteri sono microrganismi unicellulari, senza nucleo tipico, le cui dimensioni sono dell’ordine di 1-3 micron (1 micron = 1/1000 di millimetro). Sono di diverse forme: sferici, a spirale, a bastoncello; solo quest’ultima interessa la fitopatologia. Vivono solitari oppure si aggregano in colonie. Il numero di batteri che infettano i vegetali è minimo in rapporto ai numerosi batteri saprofiti ed ai batteri trovati negli animali. La loro importanza per l’agro-ecosistema è fondamentale, infatti, sono produttori di ossigeno, decompositori, svolgono un ruolo primario nell’equilibrio della sostanza organica e fissano l’azoto atmosferico. Essi penetrano nella pianta attraverso delle ferite o attraverso delle aperture naturali quali stomi, lenticelle, pori acquiferi. I sintomi provocati dai batteri si classificano in tre categorie: macchie oleose sul lembo fogliare o sugli steli (gamba nera della patata); infezioni vascolari, in quanto i batteri invadono i vasi e provocano, nelle fasi finali, un appassimento (fuoco batterico su pero, appassimento del pomodoro); tumori, principalmente sulle radici (vite, olivo). La terapia contro i batteri è di tipo preventivo e si avvale di metodi di lotta fisici e agronomici che trovano applicazione in norme legislative (ad esempio i decreti di lotta obbligatoria); si sfrutta anche la capacità batteriostatica di alcuni fungicidi e del rame, che possono essere usati in momenti a rischio, quali le grandinate e le potature. È, inoltre, consigliato l’uso di sementi e materiale vegetale sano e dare, inoltre, la preferenza a varietà resistenti.
I virus (Figura 3) sono microrganismi formati da acido nucleico avvolto da un involucro di proteine, di piccolissime dimensioni (15-30 nm; 1 nanometro = 1 milionesimo di millimetro), quindi visibili solo al microscopio elettronico.
figura 3 - Virus del mosaico del tabacco (Tobacco Mosaic Virus)
I fitoplasmi, ignorati o confusi con i virus fino al 1967, sono microrganismi che si avvicinano ai batteri. Essi possiedono una cellula di piccola dimensione, (da 100 a 1000 nanometri), contenente degli acidi nucleici ed avvolta di una parete molto sottile e soffice. I fitoplasmi possono deformarsi e passare i pori dei vasi del libro (il tessuto vegetale in cui avviene il trasporto della linfa elaborata), in quanto è soprattutto in tali vasi conduttori che essi si localizzano. La loro presenza può essere rilevata al microscopio elettronico o con analisi sofisticate. Come i virus sono trasmessi per innesto e con tutti gli organi di moltiplicazione vegetativa, attraverso insetti; i fitoplasmi sono tuttavia sensibili agli antibiotici del gruppo delle tetracicline. Essi provocano sulle piante: l’atrofia della corolla, la colorazione verdastra dei petali, lo sviluppo ipertrofico del calice, proliferazioni dei rami ecc.
Anche gli animali superiori come uccelli e piccoli roditori possono provocare danni abbastanza vistosi alle colture agrarie. I primi si nutrono di frutti, semi e piantine appena germogliate, mentre arvicole e topi, la cui presenza è segnalata dai fori di entrata delle gallerie scavate nel terreno, rodono bulbi, tuberi e radici o la parte più bassa del tronco degli alberi.
Aceria anthocoptes
Immagine al microscopio elettronico di un nematode (Heterodera sp) con un uovo
Virus del mosaico del tabacco (Tobacco Mosaic Virus)
La fitopatologia, cioè la scienza che studia le malattie e i nemici delle piante, è una scienza recente, nonostante i danni provocati alle piante fossero ben noti fin dall’antichità. In un primo tempo, sono state descritte le diverse malattie, gli agenti infettivi ed eventuali mezzi per combatterli. Solo in tempi successivi si sono intrapresi studi sui meccanismi di infezione, sulle relazioni ospite - parassita, sulla fisiologia, sulla genetica dei patogeni, sui fenomeni di sensibilità o di resistenza e su molte altre tematiche che costituiscono l’essenza stessa della fitopatologia. È importante quindi conoscere il patogeno che si vuole combattere, ed effettuare dei monitoraggi e rilievi della sua presenza sulle colture per predisporre i trattamenti nel momento di maggiore sensibilità del patogeno stesso.