Disciplinare l’accesso alle risorse comuni, specialmente alla terra alle risorse ittiche e alle foreste, può essere altamente problematico sia per caratteristiche proprie di questi beni che solitamente mancano di definizione di regimi di proprietà, sia per interessi contrastanti circa il loro utilizzo. Allo stesso tempo, una buona gestione di tali risorse è assolutamente necessaria in una prospettiva di sicurezza alimentare, ma anche di sostenibilità ambientale e stabilità sociale. Le Linee guida sulla governance responsabile di tali risorse promosse dalla FAO sono un tentativo di fornire elementi di decisione politica e gestione che gli Stati possono volontariamente adottare al fine di promuovere buone pratiche e di alimentare processi di partecipazione comunitaria.
Per rispondere alla crescente consapevolezza di avere strumenti per la realizzazione di una governance responsabile dell’accesso e uso della terra, dopo un lungo negoziato coordinato dalla Organizzazione per il Cibo e l’Agricoltura delle Nazioni Unite (FAO) e che ha incluso governi, società civile e settore privato, sono state elaborate le FAO Voluntary Guidelines on the Responsible Governance of Tenure of Land, Fisheries and Forests approvate ufficialmente dal Comitato sulla Sicurezza Alimentare Mondiale l’11 maggio 2012. Queste linee guida si prefigurano come il primo documento condiviso sul possesso della terra, risorse ittiche e foreste e fissano i principi e le prassi accettate a livello internazionale per la gestione responsabile di tali risorse.
La finalità del documento è quella di fornire un quadro completo, che abbraccia tutte le forme di regimi di proprietà, che gli Stati possano utilizzare per sviluppare le proprie politiche e strategie di gestione delle risorse, in una prospettiva condivisa di realizzazione di pratiche acettabili e tutela dei gruppi maggiormente vulnerabili. Si tratta di linee guida a carattere volontario, che lasciano quindi spazio decisionale agli Stati circa la loro adozione (Video sulle Linee Guida FAO)
Il ruolo dello Stato è quindi fondamentale poichè un ambiente istituzionale debole può contribuire a una cattiva gestione dei diritti di accesso e uso della terra, promuovendo forme di discriminazione tra gruppi, forme di accesso iniquo alle risorse, riallocamenti forzati di intere comunità, ma anche sistemi legislativi contraddittori e processi di riconoscimento complessi e costosi, finanche il non riconoscimento di alcun diritto di accesso contrariamente alla pratica di usi consuetudinari. Una gestione debole ed inadeguata, in un contesto di crescenti interessi e pressioni anche di natura commerciale sulla risorsa terra, contribuisce a limitare la capacità di monitoraggio e implementazione di quadri giuridici, e a consolidare la mancanza di accountability e di trasparenza in trattative di utilizzo e vendita. Questo chiaramente comporta la creazione di zone grigie in cui atti di abuso d’ufficio e corruzione possono facilmente emergere.
Le Voluntary Guidelines tentano di dare una risposta efficace sintetizzando le azioni che dovrebbero essere intraprese dagli Stati affinchè sia raggiungibile un’adeguata gestione delle risorse. In particolar modo, le linee guida si articolano rispetto a i) questioni generali quali il riconoscimento di diritti e responsabilità; le politiche e l’assetto giuridico che disciplina i diritti di accesso e uso, la fornitura di servizi collegati a regimi di proprietà e pratiche amministrative; ii) riconoscimento legale dei diritti di possesso e uso quali l’esistenza di forme di tutela, l’uso di terre comuni, risorse ittiche e foreste, la condizione particolare di regimi di proprietà collettivi che tipicamente caratterizzano l’accesso alla terra per le popolazioni indigene, regimi di uso informali e consuetudinari; iii) trasferimenti e modifiche ai regimi di proprietà quali l’esistenza di mercati e investimenti nazionali e internazionali delle risorse, forme di restituzione e compensanzione, riforme redistributive, espropriazioni; iv) amministrazione dei regimi di proprietà quali il registro della proprietà, sua valutazione e tassazione, pianificazione territoriale, risoluzione di controversie circa diritti di accesso e uso, gestione di questioni transfrontaliere; v) risposte al cambiamento climatico e alle emergenze quali la gestione e prevenzione degli effetti del cambiamento climatico, dei disastri naturali e dei conflitti.
In linea generale, gli Stati dovrebbero impegnarsi a riconoscere e rispettare i legittimi detentori di diritti di proprietà e di accesso, conseguentemente, a tutelare la fruizione di tali diritti – siano essi anche di natura collettiva e consuetudinaria – contro tutte le minacce che possano mettere a rischio il loro rispetto. È altresì fondamentale che gli Stati si impegnino a garantire un equo accesso alla giustizia in casi di violazione di diritti di proprietà e accesso alla terra per tutti gli individui: la certezza del diritto – e dell’attuazione di sanzioni e pene per eventuali violazioni – consolida la stabilità sociale e la possibilità che gli individui godano appieno dei propri diritti. Il ruolo dello Stato è quindi anche quello di prevenire possibili dispute, conflitti sui diritti di accesso e tutte le opportunità di corruzione che un sistema debole e non strutturato lascia esistere e, in ultima analisi, contribuisce a creare.
È quindi evidente che l’approccio che ha alimentato la stesura condivisa delle Voluntary Guidelines si alimenti dei principi fondanti di non discriminazione, di ugualianza di genere, trasparenza e responsabilità, partecipazione ai processi decisionali. Questa tensione etica alla base del documento si riflette nella considerazione generale che solo attraverso la difesa della dignità umana e la promozione di sistemi di equità e giustizia sociale si possa giungere a una governance responsabile della terra, che rispetti i diritti umani e le identità culturali di tutti gli individui.
E-Learning programme (in inglese)
FAO Voluntary Guidelines on the Responsible Governance of Tenure of Land, Fisheries and Forests sono accessibili all’indirizzo.