Due degli insetti più dannosi per le colture, in particolare per il mais, sono la diabrotica (Diabrotica virgifera virgifera) e la piralide (Ostrinia nubilalis). La diabrotica del mais è un insetto originario dell’America, comparso anche in Europa a partire dal 1992. Le larve si nutrono dell’apparato radicale; le piante colpite deperiscono, ed essendo male ancorate al terreno si inclinano o si allettano. Gli adulti si nutrono delle foglie e delle sete, riducendo la superficie disponibile per l’impollinazione. Attualmente la diabrotica rappresenta una minaccia per la maiscoltura dell’Italia settentrionale; le possibili strategie per contrastarla sono state studiate nell’ambito di uno specifico progetto (IDIAM). La piralide ha origini europee; le larve perforano le foglie, scavano gallerie nello stocco, danneggiano l’infiorescenza maschile ed erodono i semi. In seguito all’attacco della piralide, sulle spighe si possono sviluppare muffe appartenenti al genere Fusarium.
Diabrotica
La diabrotica del mais (Diabrotica virgifera virgifera) è un insetto di origine americana appartenente all'ordine dei coleotteri. Le uova di diabrotica svernano nel terreno a una profondità di circa 15 cm. Le larve (Figura 1) sono rinvenute nelle zone del Nord Italia a partire dal mese di maggio con un picco attorno a metà giugno, anche se la schiusa delle uova può protrarsi fino a inizio luglio.
figura 1 - Larva di diabrotica
figura 2 - Adulto di diabrotica
Le larve si nutrono dell'apparato radicale e causano, in relazione alla gravità dell'attacco, l'allettamento della pianta e la diminuzione della capacità di assorbimento dell'acqua e degli elementi nutritivi, con conseguente calo di produzione. Le piante allettate tendono a risollevarsi dal suolo assumendo una tipica conformazione che viene definita "a collo d'oca" (Figura 3).
figura 3 - Danni causati da diabrotica (allettamento) su piante di mais
L’insetto è stato segnalato per la prima volta in Europa in Serbia nel 1992, da dove si è propagato nei paesi limitrofi della penisola balcanica (Bosnia-Erzegovina, Croazia, Ungheria, Romania, Bulgaria, Ucraina), fino ad interessare anche alcuni paesi dell’Europa occidentale. Nel 2003 l’areale europeo, oltre ai paesi già citati, comprendeva anche Italia, Svizzera, Slovenia, Olanda, Inghilterra e Belgio. Per quanto riguarda l’Italia, la prima segnalazione risale al 1998. Nel 2003 l’insetto risultava presente in focolai ristretti o su ampie superfici nelle seguenti regioni: Lombardia e Piemonte (ampiamente diffuso), Veneto, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna.
Tra le principali misure di contenimento dell’insetto si ricordano l’impiego delle buone pratiche agronomiche e i diversi metodi di lotta basati sull’uso di geodisinfestanti e concianti.
Il Progetto IDIAM - «Interventi per contrastare la diffusione e i danni da diabrotica nella maiscoltura italiana» finanziato dal Mipaaf (2010-2013), aveva come obiettivo quello di individuare le strategie innovative per il contenimento dell’insetto e di quantificare i vantaggi delle diverse strategie di lotta diretta (utilizzo di geoinsetticida granulare e concia) e della loro interazione con l’agrotecnica (epoca di semina, concimazione e irrigazione), allo scopo di predisporre dei disciplinari di lotta integrata. Inoltre, per prevedere una soglia di rischio di danno economico nel periodo 2010-2013 è stata monitorata la diffusione della popolazione di adulti di diabrotica in diverse località, utilizzando trappole cromotropiche.
Dai risultati del progetto è emersa l’importanza dell’utilizzo di insetticidi e concimi al momento della semina, dell’avvicendamento colturale e della semina tardiva. Infine, la scelta varietale di genotipi resistenti può rappresentare un’efficace strategia di contenimento dei danni arrecati dall’insetto.
Piralide
La piralide del mais (Ostrinia nubilalis, Lepidoptera) è considerata uno dei principali fitofagi del mais. Ha origine europea (è chiamata anche European corn borer), ma all’inizio del secolo scorso si è diffusa ampiamente anche in America. In Italia è presente soprattutto nelle regioni settentrionali e centrali, dove attacca il mais, il sorgo e varie colture ortive, in particolare il peperone, e specie ornamentali da fiore.
La piralide sverna come larva matura dentro i residui vegetativi o nei tutoli. I primi adulti compaiono in primavera e cominciano il loro ciclo che si completa con due generazioni annuali. Le larve si nutrono delle radici e delle foglie delle piantine ancora giovani, scavano gallerie nello stocco e causano danni sulle spighe e sulle cariossidi, con conseguente diminuzione di produzione. In seguito all’attacco larvale, sulle spighe si possono sviluppare muffe appartenenti al genere Fusarium, dalla cui attività metabolica vengono prodotte le micotossine.
I giovani germogli di mais accumulano un glucoside, il DIMBOA (2,4-dihydroxy-7-methoxy-1,4-benzoxazin-3-one) che agisce come sostanza insetticida costituendo una difesa naturale contro un'ampia gamma di parassiti ed è responsabile per la relativa resistenza del mais immaturo alla piralide.
Il D.M. del 06/12/1950, poi abrogato dal D.M. 17 aprile 1998, rendeva obbligatoria la lotta contro la piralide e imponeva l'interramento, la distruzione o la sfibratura degli stocchi e dei tutoli prima del 15 aprile, allo scopo di eliminare le larve in fase di svernamento. Attualmente gli interventi contro l’insetto possono essere chimici, biologici o agronomici. La lotta chimica viene attuata mediante diversi prodotti insetticidi e larvicidi. La lotta biologica prevede principalmente l’uso di preparati a base di Bacillus thuringiensis, ssp. kurstaki; oppure l’introduzione dell’imenottero parassitoide Trichogramma maidis. Gli interventi agronomici prevedono la rotazione delle colture, l’aratura delle stoppie e la scelta di varietà resistenti. Nei paesi in cui è consentita la coltivazione di organismi geneticamente modificati (OGM) sono stati introdotti ibridi di mais il cui DNA contiene un gene di Bacillus thuringiensis (mais-Bt) che codifica per una tossina a funzione insetticida; in questo modo la pianta acquisisce la resistenza all’insetto.
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Adulto di diabrotica
Adulto di diabrotica su foglia di mais (foto C. Lanzanova)
Larva di diabrotica
Larva di diabrotica
Danni causati da diabrotica (allettamento) su piante di mais
Danni causati da diabrotica (allettamento) su piante di mais. (Foto Governatori/ERSA)
Gli studi condotti negli anni recenti e l’applicazione di tecniche agronomiche adeguate o di prodotti chimici hanno consentito di affrontare e in alcuni casi circoscrivere i possibili effetti dannosi dovuti alla presenza della diabrotica o della piralide sulle coltivazioni di mais. La diffusione di questi insetti è però legata anche alle caratteristiche dell’ambiente in cui si trova la coltura, soprattutto alle condizioni climatiche della stagione agronomica (temperature, umidità). È perciò necessario monitorare continuamente la diffusione delle popolazioni di questi due insetti, e nello stesso tempo proseguire la ricerca di caratteristiche di resistenza all’interno della variabilità genetica presente nel germoplasma disponibile.
Atti Tavola Rotonda Progetto IDIAM, 12 aprile 2013
Balconi C. et al. Strategie innovative di difesa dalla diabrotica del mais. (2014). L’Informatore Agrario 4: 43-45.
Diabrotica virgifera virgifera LeConte, Unità periferica per i Servizi Sanitari, Regione Veneto.