La risorsa terra è intrinsicamente collegata a molteplici aspetti della società umana, tanto da poter dire che la terra è vita. Essa infatti è una primaria fonte per la produzione di cibo oltre che di reddito, e sul suo sfruttamento si basa la sopravvivenza e il benessere di milioni di persone. Essa è inoltre un elemento chiave nella definizione dell’identità di una comunità umana e, pertanto, può fungere da collante sociale o al contrario, quando l’appartenenza territoriale si sovrappone a linee di divisione di natura etnica o religiosa, da detonatore di instabilità latenti, che possono raggiungere anche la violenza.
L’equità e trasparenza dei diritti di proprietà e di accesso alla risorsa sono quindi il punto nevralgico per la buona gestione della stessa.
Quado si parla della risorsa terra ci riferiamo, in termini generali, alla superficie terrestre della terra, che comprende tutti gli attributi della biosfera immediatamente al di sopra o al di sotto di questa superficie, incluso il suolo, l’idrologia (laghi fiumi, paludi), gli strati sedimentari e i giacimenti minerari in prossimità della superficie, le piante (ad esempio, foreste), gli animali, i modelli di insediamento umano e i risultati fisici delle strutture create dall’attività umana (terrazzamenti, stoccaggio di acqua, sistemi di irrigazione, strade, edifici, ecc). Quindi, secondo questa definizione (FAO/UNEP, 1997) ci riferiamo al terreno e a tutto ciò che sta sulla superficie della Terra o si trova collegato fisicamente al suolo.
La risorsa terra è un bene unico e fondamentale per ogni comunità umana, poichè è strettamente collegata alla definizione di molti caratteri propri di ogni società. Svolge infatti un complesso ruolo che è possibile articolare sulle tre funzioni principali che ricopre: 1) quello di essere un bene dal valore economico; 2) quello di essere una fonte di identità e 3) quella di essere una fonte di potere.
Analizziamo questi tre aspetti.
In primo luogo, la terra è un bene economico e funge da fattore produttivo imprenscindibile per un’ampia gamma di processi produttivi (basti pensare solo al settore agricolo, all’allevamento, alla pesca) finalizzati anche alla produzione di reddito. Al contempo, è chiaramente un elemento critico per la produzione di cibo. Ma la terra assolve anche altre funzioni in quanto bene economico, come ad esempio, costituire una riserva di capitale che è trasmissibile di generazione in generazione attarverso l’ereditarietà dei diritti di proprietà, è vendibile e/o affittabile (quindi in grado di generare rendite economiche) e utilizzabile come garanzia (ad esempio per la copertura di una richiesta di credito). Infine, per le famiglie più povere, costituisce una rete di protezione (safety net, in inglese) naturale in caso di situazioni di crisi o di emergenza – di natura politico-istituzionale come conflitti, ma anche di natura climatica e ambientale – perchè garantisce la possibilità di almeno un’agricoltura di sussistenza, di un riparo e l’accedere più facilmente al credito.
La terra è poi portatrice di un valore intrinseco che va ben oltre quello puramente economico: in molte società infatti, essa è l’elemento fondante dell’identità, custodendo la storia, la cultura e gli antenati di una comunità. La cultura e la storia di un popolo infatti sono intrinsecamente collegati con la terra che abitano, e in alcuni casi, come ad esempio per molte popolazioni indigene, il nascere o meno all’interno di uno specifico territorio costiuisce l’elemento critico per poter appartenere a una comunità. Senza questo legame effettivo molte comunità tradizionali perderebbero la fonte della propria identità come culture distinte e la possibilità di perpetuare nel tempo i caratteri e i costumi propri della loro società. Anche la dimensione religiosa può essere fortemente associata all’appartenere a un territorio, delineando così uno degli aspetti più caratteristici e rilevanti di una comunità.
Infine, la terra rappresenta un’importante fonte di potere. La sicurezza e il controllo del territorio infatti è uno degli aspetti principali del potere politico e, attraverso il senso identitario ad esso collegato – non da ultimo anche di natura etnica e religiosa – rappresenta un forte elemento di mobilitazione sociale e per l’affermazione di una specifica agenda politica. Essa può fungere quindi da collante sociale o al contrario, quando un accesso discriminatorio o competitivo alla terra si sovrappone ad altre linee di divisione sociale (ad esempio etniche o religiose), da detonatore di latenti instabilità e rivendicazioni, finanche raggiungere espressioni di violenza armata
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Per queste caratteristiche, laddove si manifesti un conflitto, la terra e le risorse ad essa collegate risultano molto spesso come cause partecipanti allo scoppio dell’instabilità e della violenza, e rappresentano pertanto un oggetto specifico da includere in strategie di prevenzione e risoluzione di controversie.
In termini di sicurezza alimentare risulta importante prendere in considerazione da un lato come l’acceso alla terra è disciplinato e tutelato, dato il suo ruolo preponderante nella produzione di cibo e reddito, e al contempo tenere a mente tutte le dimensioni che la risorsa terra ricopre nel tratteggiare caratteristiche peculiari di una società.
Appare quindi chiaro come la risorsa terra rappresenti un bene fondamentale per una comunità e, difatti, essa è collegata a molteplici obiettivi di sviluppo promossi nel quadro di strategie internazionali di crescita e promozione dei diritti umani. In particolare, nel settembre 2000, è stata approvata con voto unanime la Dichiarazione del Millennio delle Nazioni Unite in cui i Capi di Stato e di Governo di 191 paesi al mondo si sono impegnati in un patto globale tra paesi ricchi e paesi poveri finalizzato a realizzare un mondo più sicuro, con una crescita più equa e al colmare la distanza in termini di sviluppo umano tra i vari paesi. Da tale Dichiarazione sono stati estrapolati 8 Obiettivi di sviluppo (Millennium Development Goals – MDGs) il cui raggiungimento è previsto per il 2015.
A seguire sono riportati gli Obiettivi del Millennio in cui la gestione sostenibile della risorsa terra, in virtù delle sue caratteristiche intrinseche, gioca un ruolo preponderante:
MDG1- Sradicare la povertà estrema e la fame: garantire un accesso sicuro ed equo alla terra fornisce una solida base per avere mezzi di sussistenza, opportunità economiche, e nelle aree rurali, per la produzione alimentare destinata alle famiglie (come input per la produzione agricola, la raccolta di cibo spontaneo, la coltivazione di foraggio, i pascoli per il bestiame).
MDG3 - Promuovere l’eguaglianza di genere e l’empowerment delle donne: garantire alle donne il diritto alla proprietà, assicurare i loro diritti di accesso alla terra ed altre risorse produttive è un prerequisito fondamentale per promuovere l’inclusione sociale della donna e ridurre la discriminzione di genere
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MDG 7 - Assicurare la Sostenibilità Ambientale: include l'obiettivo di integrare i principi dello sviluppo sostenibile all’interno delle politiche nazionali e di invertire la tendenza alla perdita di risorse ambientali, oltre a migliorare la vita di 100 milioni di abitanti dei quartieri poveri, anche attraverso l’accesso alla terra. È chiaro che la gestione adeguata della terra e delle risorse ad essa collegate contribuisce alla sostenibilità ambientale, alla lotta agli effetti del cambio climatico, alla conservazione delle risorse idriche e della produttività dei suoli.
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MDG 8 - Sviluppare una partnership globale per lo sviluppo: I diritti fondiari hanno ora un posto significativo nelle partnership di sviluppo in molti paesi al fine di rispondere a bisogni specifici dei paesi a basso redito, in particolare per quelli caratterizzati dalla presenza di ampie popolazioni rurali.
A fianco di indubbi progressi e risultati positivi, il pieno raggiungimento dei MDGs è ancora decisamente lontano, tanto che la comunità internazionale ha da tempo cominciato a riflettere su una nuova articolazione di obiettivi (da negoziare in sede definitiva a settembre 2015) che contraddistingueranno la cosiddetta Agenda Post-2015 per lo Sviluppo. Nel frattempo, la gestione sostenibile della risorsa terra e la promozione di un più equo accesso ad essa hanno assunto un ruolo critico nei negoziati poichè il suo ruolo in termini di sviluppo umano e stabilità sociale è ormai ampiamente riconosciuto.
La terra ricopre un significato ampio nello sviluppo di una comunità, essendo un bene economico fondamentale per la produzione di cibo e di reddito, ma essendo anche indissolubilmente legato all’identità sociale degli individui e, quindi, connesso anche a manifestazioni di potere politico.
È oggi evidente che una buona governance della risorsa terra – e di tutte le risorse ad essa collegate – abbia un ruolo preponderante nel raggiungimento della sicurezza alimentare e nel sostenere la progressiva realizzazione del diritto al cibo per ogni individuo. Questo integra e sostiene gli sforzi per la lotta contro la povertà e la fame, contribuendo alla realizzazione di mezzi di sussistenza sostenibili, di stabilità sociale, di tutela dell'ambiente e sostenibilità sociale ed economica.
Per tali ragioni, la gestione sostenibile della risorsa terra trova un ruolo trasversale nella definizione degli Obiettivi del Millennio e, da settembre 2015, nella Agenda Post-2015 per lo Sviluppo.
Beretta S. e Balestri S. (2015), Contro la Fame: diritto al cibo, accesso alla terra, ed. EMI.
Feiring, (2013), Indigenous peoples’ rights to land, territories, and resources, pubblicato da International Land Coalition, Roma. Accessibile all’indirizzo
Portale FAO (Food and Agriculture Organization) sulla risorsa terra
Portale UNEP (United Nations Environment Programme) sulla risorsa terra
Portale della Cooperazione Italiana sugli Obiettivi del Millennio
UN-HABITAT, Land Conflict. Toolkit and guidance for preventing and managing land and natural resources conflict, 2012. Accessibile all’indirizzo