La zootecnia ha origine con la domesticazione degli animali d’allevamento, processo che viene fatto risalire al periodo Neolitico. Per molti secoli la zootecnia non subisce mutamenti sostanziali e solo nel XVIII secolo assume interesse scientifico. A partire dalla metà del secolo scorso ha inizio un forte processo di intensivizzazione del settore zootecnico, con differenze significative, sia a livello produttivo che di consumo, tra paesi sviluppati e paesi in via di sviluppo. Come conseguenza della prevista crescita demografica ed economica a livello mondiale, nei prossimi decenni si assisterà al progressivo aumento della domanda di proteine di origine animale il cui soddisfacimento sarà per lo più perseguibile attraverso lo sviluppo di sistemi zootecnici maggiormente efficienti e sostenibili rispetto a quelli attuali.
Le origini della domesticazione degli animali di interesse zootecnico
La domesticazione degli animali di interesse zootecnico, i così detti animali allevati, componente basilare della “rivoluzione neolitica”, costituisce una tappa fondamentale dell’evoluzione socio-culturale umana. Il processo di domesticazione è posteriore all’ultima glaciazione (Würm); esso risale a circa 10.000 anni fa, origina nella zona della Mezzaluna Fertile (Vicino Oriente) e coincide con una modifica delle abitudini di vita dell'uomo da nomade a stanziale. Si ritiene che le prime specie ad essere state addomesticate, oltre al cane, furono la pecora e la capra (Figura 1). Le ragioni alla base della domesticazione sono principalmente dovute alla possibilità di sfruttare le attitudini produttive del bestiame (carne e pelli, e successivamente anche latte, formaggi, uova e lana), nonché all’impiego del bestiame come forza lavoro per la produzione agricola e per il trasporto (Mignon-Grasteau et al. 2005; Diamond, 2002; Malossini, 2001).
figura 1 - Cronologia (a) e localizzazione (b) della domesticazione delle principali specie di interesse zootecnico
L’evoluzione della produzione zootecnica
L'evoluzione storica della produzione zootecnica può essere suddivisa in cinque fasi fondamentali (Hartung, 2013; Nardone, 2002; Nardone, 1998):
- Fase I - agropastorale: durante questa fase, che va dal Neolitico al XVII secolo, l'uomo ha addomesticato quasi tutte le specie di interesse zootecnico. In alcune aree del mondo, la fine di questa fase coincide con il progresso scientifico e tecnologico che si è verificato, a partire dagli inizi del 1700, in campo agrario. Fino a questo secolo, le tecniche di allevamento animale erano paragonabili a quelle impiegate in età romana e medievale.
- Fase II - differenziazione delle razze: nel XVIII secolo iniziano i processi di razionalizzazione delle attività di allevamento, compresa una consapevole selezione degli animali domestici al fine di migliorarne i livelli produttivi. Alcune tappe fondamentali del settore zootecnico avvenute in questa fase comprendono: la realizzazione dei primi Libri Genealogici (registri in cui sono iscritti gli animali riproduttori di una determinata razza con l’indicazione dei loro ascendenti e per i quali sono stati effettuati controlli delle attitudini produttive, attualmente è tenuto da una Associazione Nazionale di Allevatori o da un Ente di diritto pubblico), i primi esperimenti di fecondazione artificiale, i primi studi sulla nutrizione animale, la costituzione dei controlli funzionali e la fondazione di scuole con insegnamenti inerenti le scienze zootecniche.
- Fase III – specializzazione: all’inizio del XX secolo, a seguito dello sviluppo industriale ed economico, cresce la domanda di proteine di origine animale. Si assiste ad una specializzazione produttiva a livello aziendale (sia per specie allevata che per tipologia di prodotto), che porta alla differenziazione dei sistemi di produzione. Migliorano le tecniche di conservazione degli alimenti, di mungitura e di contenimento degli animali e aumenta notevolmente la produttività degli animali allevati. Alcune produzioni agricole vengono interamente destinate ad uso zootecnico e si pongono le basi per la diffusione della moderna industria casearia.
- Fase IV - intensificazione della produzione: a partire dalla metà del XX secolo nei paesi sviluppati si verifica un’evoluzione in senso produttivistico di tecniche e sistemi di produzione. Trovano ampia diffusione i sistemi di allevamento intensivi, che si caratterizzano per le elevate densità di allevamento, gli elevati livelli di meccanizzazione e automazione sia in stalla sia in campo, la riduzione dei costi di produzione unitari e della manodopera, la standardizzazione delle filiere di produzione.
- Fase V - qualità e biodiversità: l'industrializzazione e l’intensificazione dei sistemi di allevamento hanno talvolta portato ad una semplificazione e ad un peggioramento delle caratteristiche qualitative ed organolettiche dei prodotti di origine animale, nonché ad una perdita di biodiversità zootecnica dovuta all’abbandono di razze locali, tipicamente caratterizzate da produzioni modeste. Considerazioni di ordine etico (benessere degli animali allevati, tutela della biodiversità), ambientale (emissioni di gas serra, consumo di acqua ed energia) e di sicurezza alimentare (presenza di residui tossici nei prodotti di origine animale, abuso di farmaci veterinari) sono alla base della rivalutazione di razze, tecniche di produzione e recupero di territori marginali che sembravano essere destinati all’abbandono.
Attualmente sono contemporaneamente presenti diverse fasi, che di fatto non si escludono del tutto. Ad esempio nelle nostre regioni la forma agropastorale presente nelle aree montane, convive con quella intensiva concentrata in pianura e con quella incentrata su qualità e biodiversità localmente valorizzata attraverso produzioni di eccellenza.
Sistemi di allevamento e loro distribuzione mondiale
I sistemi di allevamento del bestiame possono essere distinti in:
- sistemi di allevamento esclusivi in cui l’unica finalità è l’allevamento del bestiame. Questi ultimi possono essere a loro volta distinti in sistemi senza terra (di tipo intensivo) e a pascolo (di tipo estensivo) dove l’allevatore non possiede significativa superficie di terra;
- sistemi di produzione misti in cui convivono allevamento e agricoltura. L’allevamento (estensivo o intensivo) è praticato congiuntamente alla coltivazione della terra; i terreni destinati ai coltivi possono essere irrigati artificialmente o alimentati dalle precipitazioni naturali (FAO, 2006; Figura 2).
figura 2 - Classificazione dei sistemi di produzione del bestiame
I sistemi di allevamento senza terra sono prevalentemente localizzati in aree ad alta densità di popolazione ed elevato potere d’acquisto, come le zone costiere dell’Asia orientale e del Nord America, il cui accesso ai grandi porti oceanici consente l’importazione di consistenti quantitativi di mangime. Altre aree ad elevata concentrazione di sistemi senza terra sono i paesi centro-occidentali dell’America settentrionale e le zone interne di Brasile e Argentina (paesi con pruduzioni eccedentarie rispetto ai fabbisogni di alimenti), l’Asia meridionale e orientale, nonché la Nigeria, il Sud Africa e il Medio Oriente (per la produzione intensiva di monogastrici).
Tra i sistemi di allevamento “con terra”, quelli a pascolo coprono circa il 26% delle terre emerse e sono prevalentemente diffusi in aree marginali che, per condizioni topografiche e/o climatiche, risultano inadatte ad essere coltivate (aree montane, desertiche o fredde). I sistemi di produzione misti sono localizzati in aree bioclimaticamente più favorevoli. La maggior parte di essi trova diffusione nelle aree semi aride e sub umide dei tropici e nelle zone temperate, in cui i terreni sono alimentati dalle precipitazioni naturali.
I sistemi misti irrigui sono diffusi in tutto il mondo, ma a scala relativamente ridotta (Figura 3) (ad eccezione di vaste aree in Cina orientale, India settentrionale e Pakistan) (Steinfeld et al., 2006).
figura 3 - Distribuzione mondiale dei sistemi di allevamento
L’attuale distribuzione mondiale dei principali animali di interesse zootecnico è mostrata in Figura 4. Le aree in cui si concentra il maggior numero di bovini sono l’India, l’Etiopia, il Nord Europa e il Sud America. I suini sono importanti in Cina e altre aree del Pacifico, in Europa, in America Centrale e in Brasile. Per quanto riguarda il pollame, la distribuzione mondiale ricalca quella della popolazione umana: le maggiori concentrazioni si osservano in Cina orientale, Pakistan, India ed Europa occidentale dove maggiore è pressione demografica (Robinson et al., 2014; FAO, 2006).
figura 4 - Distribuzione mondiale di bovini (a), suini (b), pollame (c) (Fonte: Robinson et al., 2014) e aggregata di bovini, suini, pollame e piccoli ruminanti (d)
Produzione e consumo dei prodotti di origine animale
A livello produttivo, dal 1967 ad oggi la zootecnia mondiale ha subìto una notevole crescita pressoché in tutti i comparti (pollame: +700%, uova: +350%, carne suina: +290%, carne ovi-caprina: +200%, carne bovina e bufalina: +180%, latte: +180%) (Figura 5). Sia a livello produttivo che di consumo esistono forti differenze tra paesi sviluppati, paesi emergenti e paesi in via di sviluppo. La produzione è per oltre il 70% ottenuta nei paesi emergenti e in via di sviluppo. Un consistente incremento produttivo si è soprattutto verificato in Asia orientale e meridionale, così come in America Latina e nei Caraibi; in altre aree più povere e svantaggiate (ad esempio nell’Africa sub-sahariana) la crescita produttiva è risultata molto più lenta.
figura 5 - Evoluzione della produzione di latte, carne e uova nei paesi sviluppati e in via di sviluppo dal 1960 al 2000
In media, i prodotti di origine animale forniscono oggi il 13% del totale delle calorie consumate dall’uomo e contribuiscono al 28% del consumo totale di proteine; per i soli paesi sviluppati i valori salgono rispettivamente al 20 e 48% (FAO, 2011a). In alcune aree del pianeta (es, America, Europa e Oceania) si assiste da anni ad un sovra-consumo di proteine animali (78-98% del fabbisogno proteico totale), a fronte dell’insufficiente consumo medio (17% del fabbisogno proteico raccomandato) dei paesi africani (Tabella 1).
Tabella 1. Produzione (P) e consumo (C) dei principali prodotti di origine animale a livello mondiale nell’anno 2000 (migliaia di tonnellate) (Fonte: adattato da FAO, 2011b); *Australia, Canada, Islanda, Israele, Giappone, Nuova Zelanda, Norvegia, Repubblica di Korea, Arabia Saudita, Svizzera, Trinidad e Tobago, USA.
|
Latte |
Carne bovina |
Carne ovina |
Carne suina |
Pollame |
Uova |
||||||
|
P |
C |
P |
C |
P |
C |
P |
C |
P |
C |
P |
C |
Asia orientale e Pacifico |
14475 |
17976 |
6500 |
6787 |
2870 |
2895 |
44815 |
44566 |
15798 |
15708 |
25246 |
22623 |
Europa orientale e Asia centrale |
42308 |
29914 |
2227 |
2723 |
506 |
505 |
1518 |
2043 |
1428 |
2148 |
2548 |
2423 |
America Latina e Caraibi |
58054 |
55611 |
13714 |
12694 |
407 |
442 |
4328 |
4416 |
12238 |
11465 |
5029 |
4144 |
Medio Oriente e Nord Africa |
16272 |
16190 |
1259 |
1723 |
1238 |
1252 |
6 |
17 |
2534 |
2594 |
1484 |
1219 |
Asia meridionale |
115237 |
94211 |
4255 |
4021 |
1508 |
1498 |
594 |
594 |
1582 |
1586 |
2400 |
2021 |
Africa sub-sahariana |
19117 |
19529 |
3299 |
3342 |
1375 |
1372 |
667 |
714 |
1657 |
1907 |
1329 |
1117 |
Paesi ad elevato reddito* |
124661 |
101271 |
17306 |
16459 |
1573 |
843 |
13286 |
13507 |
20608 |
18955 |
8948 |
7854 |
Cronologia (a) e localizzazione (b) della domesticazione delle principali specie di interesse zootecnico
(Fonte: Mignon-Grasteau et al., 2005).
Classificazione dei sistemi di produzione del bestiame
Distribuzione mondiale dei sistemi di allevamento
(Fonte: Steinfeld et al., 2006)
Distribuzione mondiale di bovini (a), suini (b), pollame (c) (Fonte: Robinson et al., 2014) e aggregata di bovini, suini, pollame e piccoli ruminanti (d)
(Fonte: FAO, 2006)
Evoluzione della produzione di latte, carne e uova nei paesi sviluppati e in via di sviluppo dal 1960 al 2000
(Fonte: Speedy, 2003)
A livello globale, quello zootecnico è uno dei settori dell’economia agricola a più rapida espansione. Secondo le stime FAO, nel 2050 la popolazione umana supererà i 9 miliardi di individui, l’urbanizzazione porterà il 60% della popolazione a risiedere nelle città e si verificherà una forte crescita economica, soprattutto in alcuni paesi emergenti quali India, Brasile e Cina (FAO, 2011a). Come conseguenza, nei prossimi decenni il settore zootecnico si troverà a dover soddisfare un trend di progressivo aumento della domanda di alimenti di origine zootecnica (Herrero e Thornton, 2013; Pulina et al., 2011) (Tabella 2).
Tabella 2. Stime di produzione (P) e consumo (C) dei principali prodotti di origine animale a livello mondiale per l’anno 2030 (migliaia di tonnellate) (Fonte: adattato da FAO, 2011b);* Australia, Canada, Islanda, Israele, Giappone, Nuova Zelanda, Norvegia, Repubblica di Korea, Arabia Saudita, Svizzera, Trinidad e Tobago, USA.
|
Latte |
Carne bovina |
Carne ovina |
Carne suina |
Pollame |
Uova |
||||||
|
P |
C |
P |
C |
P |
C |
P |
C |
P |
C |
P |
C |
Asia orientale e Pacifico |
36307 |
41741 |
14815 |
15585 |
4531 |
4563 |
72758 |
72640 |
38221 |
38230 |
36251 |
32811 |
Europa orientale e Asia centrale |
47554 |
34278 |
2516 |
3012 |
700 |
710 |
1959 |
2155 |
3694 |
4458 |
3321 |
3106 |
America Latina e Caraibi |
102050 |
95429 |
23031 |
19996 |
630 |
681 |
8635 |
8821 |
27975 |
25898 |
8865 |
7389 |
Medio Oriente e Nord Africa |
33023 |
34103 |
2831 |
3652 |
2340 |
2539 |
10 |
25 |
8413 |
8889 |
3605 |
3018 |
Asia meridionale |
256589 |
213154 |
7688 |
7388 |
2958 |
3220 |
1544 |
1544 |
13049 |
13077 |
9089 |
7967 |
Africa sub-sahariana |
39507 |
40468 |
6854 |
7110 |
3279 |
3255 |
1746 |
1819 |
4587 |
5142 |
3337 |
2844 |
Paesi ad elevato reddito* |
167489 |
132583 |
19386 |
18901 |
2295 |
1119 |
16414 |
16442 |
33259 |
31369 |
11186 |
9765 |
Il necessario incremento produttivo avverrà, in parte, attraverso l’aumento del numero di capi allevati (soprattutto ruminanti) nei paesi in via di sviluppo. L’impiego su larga scala di sistemi intensivi di produzione sembra inevitabile, ma pone serie questioni di sostenibilità ambientale (emissioni di gas serra e riscaldamento globale, elevata concentrazione di reflui (deiezioni) e conseguente eutrofizzazione ed inquinamento delle acque, perdita di biodiversità, competizione alimentare uomo-animale, ecc.). In un’ottica di limitatezza ed esauribilità delle risorse naturali del pianeta, la sfida che il settore dovrà affrontare è di una intensivizzazione sostenibile, perseguibile attraverso lo sviluppo di sistemi zootecnici più efficienti degli attuali (Struik e Kuyper, 2014); il tutto, mantenendo o addirittura migliorando le proprietà nutrizionali dei prodotti di origine animale e ponendo particolare attenzione alla salute e al benessere degli animali allevati (Hayes et al., 2013). La selezione genetica (miglioramento dell’indice di conversione alimentare, aumento della fertilità e della resistenza alle malattie, adattamento ai cambiamenti climatici e diminuzione dell’emissione di metano ruminale), il potenziamento delle tecnologie di allevamento (utilizzo delle deiezioni a fini energetici, risparmio idrico, riduzione degli scarti, riciclo dei sotto-prodotti agro-industriali), l’aumento dell’efficienza di utilizzazione degli alimenti da parte degli animali allevati (massimizzazione della digeribilità della sostanza organica e della proteina della razione) e un’efficace difesa dalle zoonosi (malattie infettive degli animali trasmissibili all’uomo) sono le principali sfide che inducono a proseguire nelle ricerche e nello sviluppo di tecnologie innovative.
Diamond J. (2002). Evolution, consequences and future of plant and animal domestication. Nature 418: 700-707.
FAO (2006). Livestock’s long shadow. Environmental issues and options. Steinfeld H., Gerber P., Wassenaar T., Castel V., Rosales M., de Haan C. (Eds.), Rome (Italy), FAO, pp. 390.
FAO (2011a). World Livestock 2011 – Livestock in food security. McLeod A. (Ed.), Rome (Italy), FAO, pp. 115.
FAO (2011b). Mapping supply and demand for animal-source foods to 2030, by Robinson T.P. e Pozzi F. Animal Production and Health Working Paper No. 2. Rome.
Hartung J. (2013). A short history of livestock production. In: Aland A., Banhazi T. (Eds.), Livestock housing: modern management to ensure optimal health and welfare of farm animals. Wageningen Academic Publishers, Wageningen, The Netherlands, pp. 21–34.
Hayes B.J., Lewin H.A., Goddard M.E. (2013). The future of livestock breeding: genomic selection for efficiency, reduced emissions intensity, and adaptation. Trends in Genetics 29: 206–214.
Malossini F. (2001). La domesticazione degli animali. Atti dell’Accademia Roveretana degli Agiati, a 251, ser. VIII, vol. I, B: 5–40.
Nardone A. (1998). I cambiamenti delle produzioni animali in relazione alla dinamica delle acquisizioni scientifiche e alle mutate esigenze della società: dalla domesticazione alle soglie del XXI secolo. Atti dei Georgofili: 112–142.
Pulina G., Dias Francesconi A.H., Mele M., Ronchi B., Stefanon B., Sturaro E., Trevisi E. (2011). Sfamare un mondo di nove miliardi di persone: le sfide per una zootecnia sostenibile. Italian Journal of Agronomy 6(s2):e7: 39–44.