I Qanat (o Kariz) hanno rappresentato la base per lo sviluppo dell’agricoltura idraulica nell’altopiano iranico a partire dal I millennio a.c., per poi diffondersi quale strumento di approvigionamento idrico in tutto il Medio Oriente, il bacino Mediterraneo e nell'Asia centro-meridionale.
La loro particolare costruzione, canali sotterranei che sfruttano le pendenze del suolo per captare l'acqua delle falde sotterreanee pedemontane, ha offerto una risposta efficiente alle difficili condizioni climatiche e ambientali nella regione. Nel contempo ha favorito altresì la coesione sociale di villaggi e gruppi sociali, i quali dovevano cooperare per mantenere in funzione questi complessi sistemi irrigui.
La modernizzazione e la diffusione di pompe idriche meccaniche ne minaccia la sopravvivenza, con pericolose conseguenze anche dal punto di vista sociale ed economico.
Il termine Qanat (o Kariz) indica un sistema di irrigazione sotterraneo tipico del Medio Oriente che rifornisce le oasi dell'acqua delle falde pedemontane (ove l'acqua è spesso prossima alla superficie del terreno) tramite un sistema di canali sotterranei lunghi anche decine di chilometri, con pozzi di ispezione posti lungo il suo percorso a distanza variabile. Questi canali sono scavati sfruttando la naturale inclinazione del terreno, in modo da far convogliare l'acqua delle falde sotterranee verso i campi da irrigare, anche a lunga distanza, evitandone l'evaporazione.
Si tratta di un sistema antichissimo molto diffuso in Iran, Pakistan e Afghanistan e in Asia centrale (compresa anche la repubblica dello Xinjiang in Cina) e che risale almeno al I millennio a.c. e che si è diffuso poi in tutto il Medio Oriente e nel bacino Mediterraneo, soprattutto in epoca achemenide (VI-IV secolo a.c.). Altri nomi utilizzati per indicare i Qanat sono Khattara (Marocco), Falaj (penisola araba), Foggara/Fugghara (Nord Africa), Galeria (Spagna), etc.
Si tratta di un sistema di irrigazione straordinariamente efficiente da punto di vista tecnico e socio-politico: l'acqua viene indirizzata verso i terreni da irrigare sfruttando la pendenza del terreno, così che non vi sia bisogno di interventi umani per spingerla. I pozzi verticali garantiscono l'accesso al tunnel sotterraneo, sia per il prelievo di acqua, sia per facilitare le necessaire opere di manutenzione. Una volta raggiunta l'area da irrigare, il canale sbocca in superficie e viene ripartito - generalmente dentro all'oasi - in canali secondari che assicurano una capillare rete distributiva, così da massimizzare le terre irrigabili.
figura 1 - Manutenzione Qanat
L'acqua del Qanat - rispetto ai canali idrici superficiali - si mantiene più fresca, pulita e non subisce il fenomeno dell'evaporazione, che è particolarmente marcato negli ambienti aridi e desertici. Può quindi essere utilizzata sia per usi domestici sia per l'agricoltura. Nell'antica Persia, si usavano spesso Badghir, ossia "torri del vento", cioè torri che permettevano la circolazione dell'aria, per favorire il raffrescamento delle acque.
figura 2 - Torre del Vento
E' interessante notare come tradizionalmente, l'acqua venisse ripartita secondo un calendario impostato sul ciclo lunare: i vari proprietari/usufruttuari del Qanat disponevano così di un numero certo di ore d'acqua per irrigare i propri campi. Spesso la proprietà sulle ore d'acqua era più importante del possesso stesso di terreni agricoli (che non potevano essere coltivati senza la disponibilità dell'acqua del Qanat).
Ma questa tecnica irrigua ha esercitato anche una profonda influenza a livello sociale e politico. Poiché scavare un Qanat era un processo lungo e laborioso, che richiedeva costante manutenzione, la comunità sociale che beneficiava delle sue acque tendeva a cooperare per mantenerlo in funzione. Tanto più che la sua acqua veniva suddivisa fra un nutrito gruppo di proprietari/usufruttuari. Inoltre, queste strutture hanno favorito il consolidamento di un potere sedentarizzato capace di garantire la stabilità politica e ridurre i conflitti e le razzie, dato che l'instabilità politica e i conflitti continui rappresentavano una minaccia mortale per queste strutture di agricoltura idraulica.
Manutenzione Qanat
Manutnezione di un Qanat da: WaterHistory.org
Torre del Vento
Torre del vento, per raffrescare l’aria fresca. DA: WaterHistory.org
Questa tecnica antichissima ha rappresentato un sistema idraulico molto efficace per coltivare in ambienti aridi e semi-desertici, favorendo nel contempo la stabilità politica e sociale nelle regioni in cui era diffusa.
Ancora oggi vi sono migliaia di Qanat attivi, che dovrebbero essere preservati dalla distruzione o dalla loro sostituzione con tecniche apparentemente più moderne, ma in realtà meno efficienti e spesso contro-producenti, come nel caso delle pompe meccaniche di estrazione dell'acqua (attivate elettricamente o da motori diesel). La diffusione delle pompe idrauliche, infatti, oltre a causare l'abbassamento delle falde - portando all'insabbiamento e alla morte i Qanat, che non possono più pescare le acque pedemontane - porta anche a una pericolosa frammentazione sociale ed economica: la pompa per la captazione dell'acqua viene istallata sui campi di un singolo contadino, scatenando rivalità per le limitate risorse idriche, e facendo venir meno quella necessità di collaborazione al mantenimento del Qanat che è stato un tratto distintivo della società tradizionale nell'altopiano iranico e nell'Asia centro-meridionale.
Peter Beaumont et al., Qanat, Kariz and Khattara, London, 1989.