Lo stato delle foreste nel mondo

Le foreste svolgono per tutti gli esseri viventi, e per l’uomo in particolare, un ruolo multifunzionale fondamentale. Gli ecosistemi forestali non rappresentano soltanto una fonte di energia rinnovabile, ma contribuiscono alla protezione del suolo, al miglioramento della qualità dell’aria e delle acque, attenuano gli effetti di frane, valanghe, processi di erosione e desertificazione, forniscono beni e risorse essenziali. Le foreste agiscono come serbatoi di carbonio e mitigano gli effetti dei cambiamenti climatici, assorbendo parte delle emissioni di gas serra causate dalle attività umane. All’interno degli ecosistemi forestali è inoltre custodito oltre l’80% della biodiversità animale e vegetale del nostro pianeta.

La tutela delle foreste rappresenta pertanto un obiettivo imprescindibile per l’uomo. A fronte delle conoscenze ormai assodate sull’importanza della conservazione degli ecosistemi forestali, in molti paesi lo sfruttamento delle risorse forestali continua ad essere condotto in modo non sostenibile. La disponibilità di dati relativi alla consistenza ed allo stato delle foreste a scala globale diviene pertanto il presupposto per predisporre politiche finalizzate ad una gestione forestale sostenibile.

La FAO dal 1946 pubblica periodicamente rapporti sullo stato delle risorse forestali mondiali. La definizione univoca di foresta adottata a partire dal 2000 dalla FAO prevede un’estensione minima di 0,5 ettari (5000 m2), una larghezza minima di 20 m, una copertura minima del suolo da parte delle chiome pari al 10%, un’altezza minima degli alberi al raggiungimento della loro maturità di 5 m.

Il Rapporto sullo stato delle risorse forestali globali “Global Forest Resources Assessment (FRA) 2010” rappresenta ad oggi lo studio più esaustivo sugli ecosistemi forestali del pianeta, di cui analizza e descrive caratteristiche, evoluzione nel tempo, tassi di deforestazione e livelli di degrado.

Nel rapporto sono presentati lo stato attuale e i trend recenti delle foreste di 233 paesi e aree geografiche, in relazione a estensione, diversità biologica, stato di salute, funzioni produttive, protettive e socio-economiche, quadro giuridico, politico e istituzionale che ne regola la gestione e l'uso. Un ulteriore approfondimento riguarda lo stato e le tendenze relative alla proprietà e alla gestione forestale.

La superficie forestale globale è pari a oltre 4 miliardi di ha, corrispondenti al 31% delle terre emerse (Figura 1 e Figura 2). I due terzi delle foreste si trovano tuttavia in soli dieci paesi, tra i quali Federazione Russa, Brasile, Canada, Stati Uniti e Cina rappresentano oltre la metà del totale delle aree forestali presenti sul nostro pianeta. Dieci paesi o aree non possiedono foreste e in 54 esse occupano meno del 10% delle terre emerse.

figura 1 - Classificazione delle foreste in domini climatici

figura 2 - Classificazione delle foreste in domini climatici

In Europa i boschi coprono circa 1 miliardo di ettari (pari al 44% della superficie del continente). La boscosità europea varia dall’1% di Malta al 73% della Finlandia. Il patrimonio forestale italiano copre complessivamente circa 11 milioni di ettari, pari al 36% dell’intera superficie nazionale, di cui il 63% è di proprietà privata.

La deforestazione a livello globale ha evidenziato una tendenza alla diminuzione, anche se prosegue ancora, ad un tasso allarmante, in molti paesi del mondo. La necessità di terre agricole è ancora la prima causa di deforestazione, a scapito in particolare delle foreste tropicali. Annualmente, tra il 2000 e il 2010, circa 13 milioni di ettari di foresta sono stati convertiti ad altri usi o sono andati perduti per cause naturali (es. incendi) (contro i 16 milioni di ettari degli anni Novanta).

Il Brasile e l’Indonesia, un tempo contraddistinti dai più alti tassi di perdita netta di superficie forestale, hanno ridotto significativamente il proprio tasso di deforestazione, mentre in Australia si è assistito, a partire dal 2000, ad un incremento della perdita di foreste, principalmente a causa di eventi siccitosi di notevole severità e degli incendi boschivi ad essi associati.

La riduzione lorda della superficie occupata da foreste a livello mondiale è stata parzialmente compensata dall’aumento di superficie forestale determinato da attività di rimboschimento e dal processo di espansione naturale delle foreste, corrispondenti a oltre 10 milioni di ettari l’anno. La riduzione netta di superficie forestale relativo al periodo 2000-2010 è pertanto pari a 5,2 milioni di ettari l’anno, ovvero una perdita pari a quasi 4 volte le dimensioni di un paese come l’Italia, con notevoli differenze a livello regionale nei tassi di perdita e di aumento.

America del Sud e Africa continuano a evidenziare i valori netti più elevati di deforestazione. Anche in Oceania si è registrata una perdita netta di superficie forestale, mentre l’area occupata da foreste è rimasta pressoché invariata nel periodo tra il 2000 e il 2010 nelle Americhe centrale e del Nord. La superficie forestale europea continua invece ad espandersi (circa 660.000 ettari/anno nel periodo 2000-2005), benché più lentamente rispetto agli anni Novanta. L’Asia, che ha subito una perdita netta e pesante negli anni Novanta, registra ora un aumento netto (principalmente dovuto agli imboschimenti su grande scala realizzati in Cina), nonostante gli alti tassi di perdita netta evidenziati in diversi paesi del Sud e Sud-Est asiatico.

Le piantagioni forestali aumentano con ritmo crescente e costituiscono il 7% della superficie forestale globale, pari a 264 milioni di ettari. Circa il 75% di tali piantagioni è costituito da specie native, il restante 25% da specie introdotte. Recentemente sono stati realizzati grossi progetti di rimboschimento su aree prive di copertura forestale da diversi anni, prevalentemente con funzione protettiva, allo scopo di favorire il controllo della desertificazione e la conservazione dei suoli e delle acque. Le piantagioni possono essere realizzate con finalità diverse, tuttavia le piantagioni produttive, destinate principalmente alla produzione di legname e di fibre, rappresentano la maggior parte del totale. I rimboschimenti artificiali, in genere realizzati con specie a rapido accrescimento (ad es. pini ed eucalitti), possono però spesso produrre una seria alterazione dell’ambiente naturale, soprattutto qualora vengano realizzate in sostituzione di foreste naturali, determinando cambiamenti di uso del suolo di entità simile a quelli prodotti dall’espansione di colture industriali, pascolo, attività minerarie, infrastrutture. Alla perdita di biodiversità si accompagnano, in particolare nei paesi in via di sviluppo, in cui tale attività è particolarmente diffusa (si pensi al rilevante problema delle grandi piantagioni di palma da olio in Indonesia), drastiche conseguenze di tipo socio-economico, quali esclusione sociale e concentrazione del reddito.

Si stima che le foreste siano in grado di immagazzinare 289 gigatonnellate di carbonio e la gestione sostenibile, la realizzazione di nuove piantagioni e il ripristino di foreste degradate possono contribuire alla conservazione o all’incremento degli stock di carbonio. Tuttavia a causa della perdita netta di superficie forestale mondiale, la quantità di carbonio stoccata dagli ecosistemi forestali si è ridotta di circa 0,5 gigatonnellate all’anno nel solo periodo 2005-2010 (FRA, 2010).

La deforestazione o i processi di degrado delle foreste dovuti in primo luogo ad una cattiva gestione forestale comportano un’elevata perdita di diversità biologica. Mediamente a livello mondiale oltre un terzo (36%) di tutte le foreste sono classificate come foreste primarie di specie indigene (Figura 3), in cui non sono chiaramente visibili tracce di attività umana e i processi ecologici non appaiono disturbati in modo significativo. Le foreste primarie, ed in particolare le foreste tropicali umide, includono gli ecosistemi terrestri con la maggiore biodiversità, soprattutto in termini di numero di specie. Tuttavia si assiste alla loro progressiva contrazione, quantificata nel periodo 2000-2010 in oltre 40 milioni di ettari. La riduzione di superficie delle foreste primarie è dovuta soprattutto a tagli selettivi ed altri interventi antropici che ne determinano il degrado e la riclassificazione in altre tipologie di foresta. Il Sud America è la regione che ha registrato la maggiore perdita di foresta primaria, seguito da Africa e Asia.

figura 3 - Percentuale di foreste primarie rispetto alla superficie forestale totale

Processi di degrado e riduzione della biodiversità forestale possono anche essere innescati dalla diffusione di specie invasive e dall’aumento di frequenza e intensità di disturbi naturali, quali incendi boschivi, pullulazioni di insetti, epidemie. La variazione del regime storico/naturale di tali eventi è fortemente correlata ad alterazioni nell’uso del suolo e/o a cambiamenti climatici, fenomeni per i quali la preponderanza dell’impatto antropico è spesso innegabile.

Per settembre 2015 è prevista la pubblicazione di un nuovo studio, il FRA 2015.

Esplora le schede collegate. Ogni livello indica il grado di approfondimento della problematica
Livello 1 Livello 2 Livello 3 Livello 4
Difendere la produzione agricola
Altri patogeni
Insetti
Esempi di insetti sulle colture: la diabrotica e la piralide del mais
La concia del mais e le api
Patogeni fungini
Micotossine: definizione e diffusione
Micotossine: legislazione e monitoraggio
Esempi storici: la ruggine del caffé
Esempi storici: peronospora della patata e southern corn blight
Selezione di genotipi resistenti
Sistemi agricoli
L'agricoltura di montagna nell'Unione Europea
Un sistema agricolo antico: l'agricoltura itinerante
L'evoluzione della zootecnia e i sistemi di allevamento
I sistemi colturali basati sulla coltivazione del riso
Un sistema agricolo recente: colture idroponiche in serra
Migliorare la produzione agricola
Miglioramento genetico per caratteri qualitativi
Uso della biodiversità per caratteri qualitativi
Esempi di selezione di caratteri qualitativi in cereali
Miglioramento genetico per produzione
Mais: ibridi ed eterosi
La Green revolution di Norman Borlaug
I frumenti di Nazareno Strampelli
Le tecniche più recenti: l'ingegneria genetica
Resilienza: risposta alle crisi sistemiche
La Terra: risorsa economica e identità sociale per lo sviluppo umano
Foreste e sicurezza alimentare
I prodotti forestali non legnosi
sei qui  Lo stato delle foreste nel mondo
I conflitti per la terra
Le grandi acquisizioni di terra (Land Grabbing)
Monitorare le grandi acquisizioni di terra: i dati LAND MATRIX
I regimi di proprietà della terra
Le Linee Guida volontarie sula governance responsabile della terra, risorse ittiche e foreste
Il diritto alla terra delle popolazioni indigene
Land grabbing in Papua Nuova Guinea
La risorsa terra nell'Agenda Post-2015 per lo Sviluppo Sostenibile

Classificazione delle foreste in domini climatici

(Fonte: FAO FRA 2010, http://www.fao.org/forestry/fra/80298/en/)

 

 

 

 

Classificazione delle foreste in domini climatici

Classificazione delle foreste in domini climatici

(Fonte: FAO FRA 2010, http://www.fao.org/forestry/fra/80298/en/)

 

 

 

 

Classificazione delle foreste in domini climatici

Percentuale di foreste primarie rispetto alla superficie forestale totale

(Fonte: FAO FRA 2010; http://www.fao.org/forestry/fra/65883/en/)

 

 

 

 

Percentuale di foreste primarie rispetto alla superficie forestale totale

Se alto tasso di deforestazione, degrado e perdita di foreste primarie minacciano la diversità forestale, grazie all'istituzione di aree protette in molti Paesi è stato possibile favorire la conservazione della diversità biologica a livello globale. Circa il 12% delle foreste (460 milioni di ettari) svolge come funzione principale la conservazione della diversità biologica, pur non essendo tutte inserite all’interno di aree protette ufficialmente designate. Queste ultime coprono ad oggi il 13% della superficie forestale mondiale (l'area di foresta inserita in sistemi di aree naturali protette è cresciuta di 94 milioni di ettari dal 1990 - due terzi di questo incremento ha avuto luogo a partire dal 2000).

E’ noto che la popolazione mondiale stia crescendo rapidamente, con conseguente aumento dei consumi pro-capite e della richiesta di risorse. Questo comporterà anche un aumento della pressione sugli ecosistemi forestali, in termini sia di una loro contrazione in favore dei terreni agricoli, sia di maggiore domanda dei beni e servizi da essi prodotti.

E’ quindi fondamentale approfondire le conoscenze sullo stato dell’ambiente e sull’uso sostenibile delle risorse naturali finalizzate a sviluppare strategie condivise per una corretta gestione forestale. A questo proposito è importante ricordare la definizione adottata dalla Conferenza Ministeriale per la Protezione delle Foreste in Europa – MCPFE, e condivisa dalla FAO, di gestione forestale sostenibile, ovvero: “la gestione e l’uso delle risorse forestali effettuati in modo da mantenere la loro biodiversità, produttività, rinnovazione, vitalità e capacità di svolgere, ora e in futuro, rilevanti funzioni ecologiche, economiche e sociali. Ciò è da intendersi a livello locale, nazionale e globale, nel rispetto degli altri ecosistemi”.

Alongi D.M., 2008. Mangrove forests: resilience, protection from tsunamis, and responses to global climate change. Estuarine, Coastal and Shelf Science 76 (1), 1-13.

FAO, 2010. Global forest resources assessment 2010 – main report. FAO Forestry Paper No. 163. Rome, Italy.

FAO, 2014. State of the World’s Forests 2014. Rome, Italy. 

Marchetti M., Mariano A., 2006. Alcune considerazioni sulla valutazione della consistenza e dello stato delle risorse forestali secondo le organizzazioni internazionali di settore. Forest@ 3 (3), 351-366. [online]

Mather A.S., 2005. Assessing the world’s forests. Global Environmental Change 15 (3), 267–280.

Myers N., 1997. The world's forests and their ecosystem services. In: Nature's Services - Societal Dependence on Natural Ecosystems, Ed G.C. Daily, Island Press, Washington D.C.

Pan Y., Birdsey R., Fang J. et al., 2011. A large and persistent carbon sink in the world’s forests. Science 333, 988–992.

Schede di approfondimento

Livello 1 Livello 2 Livello 3 Livello 4
Difendere la produzione agricola
Altri patogeni
Insetti
Esempi di insetti sulle colture: la diabrotica e la piralide del mais
La concia del mais e le api
Patogeni fungini
Micotossine: definizione e diffusione
Micotossine: legislazione e monitoraggio
Esempi storici: la ruggine del caffé
Esempi storici: peronospora della patata e southern corn blight
Selezione di genotipi resistenti
Sistemi agricoli
L'agricoltura di montagna nell'Unione Europea
Un sistema agricolo antico: l'agricoltura itinerante
L'evoluzione della zootecnia e i sistemi di allevamento
I sistemi colturali basati sulla coltivazione del riso
Un sistema agricolo recente: colture idroponiche in serra
Migliorare la produzione agricola
Miglioramento genetico per caratteri qualitativi
Uso della biodiversità per caratteri qualitativi
Esempi di selezione di caratteri qualitativi in cereali
Miglioramento genetico per produzione
Mais: ibridi ed eterosi
La Green revolution di Norman Borlaug
I frumenti di Nazareno Strampelli
Le tecniche più recenti: l'ingegneria genetica
Resilienza: risposta alle crisi sistemiche
La Terra: risorsa economica e identità sociale per lo sviluppo umano
Foreste e sicurezza alimentare
I prodotti forestali non legnosi
sei qui  Lo stato delle foreste nel mondo
I conflitti per la terra
Le grandi acquisizioni di terra (Land Grabbing)
Monitorare le grandi acquisizioni di terra: i dati LAND MATRIX
I regimi di proprietà della terra
Le Linee Guida volontarie sula governance responsabile della terra, risorse ittiche e foreste
Il diritto alla terra delle popolazioni indigene
Land grabbing in Papua Nuova Guinea
La risorsa terra nell'Agenda Post-2015 per lo Sviluppo Sostenibile