I prodotti agricoli a doppio uso: cibo ed energia

La produzione di biocarburanti è stata salutata da molti come un contributo ad un ambiente più pulito e alla riduzione delle quantità emissioni di diossido di carbonio. Nello stesso tempo, non sono mancate pesanti critiche alla produzione di biocarburanti, per una molteplicità di ragioni. Innanzitutto, in molti casi il biocarburante è ottenuto da prodotti che avrebbero potuti essere destinati alla alimentazione umana – e questa concorrenza d’uso può pregiudicare la sicurezza alimentare. In secondo luogo, la maggiore domanda di prodotti agricoli per biocarburanti può causare aumenti generalizzati dei prezzi agricoli, a loro volta concausa di insicurezza alimentare. Inoltre, la necessità di investire nella maggiore produzione di materie prime per biocarburanti può portare ad acquisizione di terre su larga scala che, talvolta, possono diventare vere e proprie forme di Land grabbing.

Produzione e scambio di biocarburanti e di materie prime connesse

La produzione di biocarburanti è rapidamente cresciuta nell’ultimo decennio, come mostra la figura:

figura 1 - Produzione di biocarburanti

L’Unione Europea si è particolarmente distinta nell’impegno a ridurre le emissioni da combustibili fossili ed ha corrispondentemente incrementato la sua produzione e il suo utilizzo di biocarburanti, in particolare di biodiesel. Questo carburante richiede produzioni agricole (semi oleosi) diverse da quelle richieste dalla produzione di etanolo (prevalentemente cereali e barbabietole da zucchero).

Date le massicce quantità richieste di semi oleosi, in molti casi si è dovuto procedere a modificare direttamente l’uso dei terreni per le produzioni agricole nei paesi esportatori, normalmente paesi a reddito medio-basso. Attualmente, America Latina e Asia dominano questi scambi, ma si sta delineando un ruolo importante e crescente anche per i paesi africani.

Poiché l’Europa dipende dalle importazioni sia di semi oleosi come materia prima da trasformare, sia direttamente di biocarburanti, le scelte europee hanno avuto un importante impatto globale, in particolare sull’uso dei terreni.

Ecco un quadro sintetico dei flussi commerciali che riguardano legname, biodiesel ed etanolo. Come si vede, si distingue il ruolo dell’Europa come “regione destinataria” :

figura 2 - Flussi commerciali di legname, biodiesel ed etanolo

Produzione di biocarburanti, impatto sui prezzi agricoli e sicurezza alimentare

L’analisi dei nessi fra produzione di biocarburanti, rialzo dei prezzi agricoli e dei prodotti alimentari e sicurezza alimentare è molto complessa, e il dibattito ancora aperto.

Un primo problema è il fatto che la maggior parte delle produzioni di biocarburanti avviene in paesi quali USA, Unione Europea e Brasile che non presentano problemi gravi di sicurezza alimentare. L’impatto non è quindi diretto, ma mediato dai commerci e dagli investimenti internazionali.

A meno che si riscontrino casi di modifica nell’uso dei terreni nei paesi fornitori (LSLA, Large scale land acquisitions), è difficile associare la maggior produzione agricola per biocarburanti nei paesi esportatori all’accresciuta insicurezza alimentare in questi ultimi paesi. Tuttavia, le fonti (ad esempio LandMatrix) che monitorano gli investimenti internazionali che comportano acquisizioni di terreni indicano che sono in atto numerosi casi di LSLA esplicitamente motivate dalla necessità di aumentare l’offerta di biocarburanti.

Più in genarle, l’impatto internazionale dell’accresciuta domanda di biocarburanti nei paesi ad alto reddito opera attraverso il canale del rialzo dei prezzi agricoli, rialzo che penalizza le famiglie più povere perché ne riducono il potere d’acquisto reale fino a pregiudicare la loro sicurezza alimentare. Anche in questo caso, l’evidente rialzo dei prezzi mondiali dei prodotti agricoli che si è osservato contestualmente all’aumento della domanda di derrate agricole per la produzione di biocarburanti, si può essere trasmessa in modi molto diversi da paese a paese. Se le generalizzazioni sono problematiche e le stime difficoltose, è difficile negare l’esistenza di un qualche impatto negativo della produzione di biocarburanti sulla sicurezza alimentare ci sia stato.

Non ci sono dubbi sul legame fra l’accresciuta produzione di etanolo negli USA e l’aumento dei prezzo del mais, né fra produzione di etanolo e prezzi della canna da zucchero in Brasile

figura 3 - Produzione di etanolo e prezzo del mais

figura 4 - Produzione di etanolo e prezzi della canna da zucchero

Ma, come argomenta persuasivamente Ben Phalan, un ricercatore dell’Università di Cambrige che lavora sui temi della sicurezza alimentare: Biofuel crops: food security must come first. La sicurezza alimentare deve venire prima della produzione di biocarburanti, nel disegno delle politiche nazionali e internazionali.

Sulla base dei dati e delle considerazioni proposte da Ben Phalan, non si possono sottostimare i costi espliciti e nascosti di un’operazione “ambientale” che ha indiscutibilmente effetti collaterali quanto meno problematici. Addirittura, sembra lecito domandarsi se davvero si riducono le emissioni globali grazie all’introduzione di biocarburanti, perché il loro consumo (a basso impatto ambientale) richiede ovviamente la loro produzione, che può avere altissimi impatti ambientali a causa della necessità di diboscamenti, di utilizzo di fertilizzanti, di spiazzamento di altre colture. Con una reazione a catena, le popolazioni locali cercherà di ripristinare la loro sicurezza alimentare con ulteriori espansioni dei terreni coltivabili a scapito di foreste, terreni paludosi e altre aree preziose per la loro bio-diversità, così impoverendo ulteriormente la qualità dell’ambiente globale.

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L'adattamento al cambiamento climatico
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Nonno Alfredo racconta…

Produzione di biocarburanti

Fonte: FAO, 2012, HLPE - High Level Panel of Experts on Food Security and Nutrition, http://www.fao.org/cfs/cfs-hlpe/en/

 

Produzione di biocarburanti

Flussi commerciali di legname, biodiesel ed etanolo

Fonte: FAO, 2012, HLPE - High Level Panel of Experts on Food Security and Nutrition, http://www.fao.org/cfs/cfs-hlpe/en/

 

Flussi commerciali di legname, biodiesel ed etanolo

Produzione di etanolo e prezzo del mais

Fonte: FAO, 2013, http://faostat.fao.org/

 

 

Produzione di etanolo e prezzo del mais

Produzione di etanolo e prezzi della canna da zucchero

Fonte: FAO, 2013, http://faostat.fao.org/

 

 

 

Produzione di etanolo e prezzi della canna da zucchero

C’è il ragionevole dubbio che la scelta di incrementare il consumo di biocarburanti, che ha provocato i cambiamenti repentini nelle produzioni locali e negli scambi internazionali sopra descritti, abbia direttamente o indirettamente contribuito a rendere più difficile il raggiungimento della sicurezza alimentare globale, attraverso effetti sulle quantità di cibo localmente disponibile e/ o a causa del rialzo dei prezzi agricoli mondiali.

Molto resta da studiare e da scoprire sul legame concreto fra investimenti legati ai biocarburanti, land grabbing, impoverimento delle popolazioni locali, deterioramento ambientale sei paesi produttori delle materie prime. Certamente molto resta da studiare per raggiungere il buon obiettivo di ridurre la nostra dipendenza dai combustibili fossili: ad esempio, occorre investire nella ricerca e nello sviluppo di una nuova generazione di biocarburanti, che non sia in competizione con prodotti a doppio uso, energetico ed alimentare, e che possa utilizzare terre ‘marginali’, non adatte alla coltivazione di cibo.