L'allevamento del pesce: un'importante risorsa alimentare

Il consumo di pesce e altri prodotti ittici sono un’importante componente della dieta umana poiché contiene elementi importanti dal punto di vista salutistico. Il consumo di pesce pescato in natura ha raggiunto livelli elevati difficilmente sostenibili in molti ecosistemi marini e per ridurre la pressione ambientale occorre produrre pesce in allevamento. Con la pesca l'uomo si limita a prelevare dagli stock naturali, mentre l'acquacoltura prevede la produzione di organismi acquatici, principalmente pesci, crostacei e molluschi, ma anche alghe, in ambienti confinati e controllati dall'uomo, denominati peschiere, vivai, valli da pesca o stagni. L’acquacoltura può rivestire un ruolo importante per far fronte ai previsti aumenti di consumi dell’umanità, sia come fonte di nutrimento, sia per la sua azione positiva sulla salute umana.

Il pesce e i prodotti ittici sono una preziosa fonte di elementi nutritivi. Infatti, fatta eccezione per alcune specie, hanno un basso contenuto di grassi saturi, carboidrati e colesterolo. Inoltre, sono riccchi di proteine e di numerosi micronutrienti essenziali tra cui vitamine (A, B e D), minerali (calcio, iodio, zinco, ferro e selenio) e acidi grassi polinsaturi. A questo proposito è stato dimostrato che il consumo di pesce può avere un ruolo attivo nel migliorare la salute mentale e nel contrastare alcune patologie (coronopatie, ictus, degenerazione maculare legata all'età). Alcune ricerche su donne gestanti hanno evidenziato possibili benefici derivanti dal consumo di pesce in gravidanza sullo sviluppo cerebrale del bambino.

L’andamento negli ultimi 60 anni della quantità di pesce ottenuta dalle risorse mondiali è sintetizzabile in 2 fasi: una prima di forte crescita, con il passaggio da 17 milioni di tonnellate del 1950 a 86,4 milioni di tonnellate nel 1996 cui è seguita maggiore stabilità con fluttuazioni annuali attorno agli 80 milioni di tonnellate. Nel 2010 la produzione globale è stata di circa 77 milioni di tonnellate di cui 20,9 provenienti dall’area del Pacifico Nord occidentale. il settore della pesca negli ultimi 20 anni ha avuto una forte crescita degli “stock sovra-sfruttati”, ovvero di situazioni in cui il pescato ha superato il limite produttivo sostenibile con rischio di esaurimento. Per affrontare quest’ultimo importante aspetto occorre regolamentare l’utilizzo delle risorse naturali di pesce, affiancando la pesca all’allevamento in condizioni controllate.

Nel ventesimo secolo vi è stata una forte accelerazione nello sviluppo dell’acquacoltura, divenuta un’attività di tipo industriale: negli ultimi 50 anni a livello mondiale vi è stato un notevole aumento nella produzione di pesce derivante da acquacoltura e pesca (Figura 1), con un tasso di crescita costante del 3,2% annuo (valore doppio rispetto alla crescita della popolazione umana). Allo stesso tempo, il dato inerente al consumo mondiale pro-capite è passato da 9,9 kg del 1960 a 19,2 kg del 2012. Questo aumento è dovuto a più fattori:, l'aumento dei redditi, l'urbanizzazione e il miglioramento dei canali di distribuzione dei prodotti ittici. La Cina ha avuto e ha tuttora un ruolo da protagonista nella crescita della produzione di pesce: il consumo pro capite di pesce in questo Paese è aumentato con un tasso del 6,0% annuo nel ventennio 1990-2010 attestandosi a 35,1 kg nel 2010 a fronte di consumo medio nel resto del mondo di 15,4 kg. Nei paesi sviluppati, una quota considerevole, tuttora crescente, del pesce consumato è costituito da importazioni a motivo di una domanda stabile e di un calo diffuso delle produzione ittiche nazionali. Nei paesi in via di sviluppo invece, il consumo di pesce dipende da approvvigionamenti locali e stagionali che ne condizionano le forniture sul mercato.

figura 1 - Produzione mondiale di pesce dal 1950 al 2012

L’acquacoltura

L’acquacoltura è l’insieme delle applicazioni della biologia finalizzate alla produzione, in ambienti confinati e controllati dall’uomo, del pesce (la definizione di “pesce” comprende pesci, molluschi e crostacei). L’acquacoltura va distinta dalla pesca, dove l’uomo si limita a prelevare organismi acquatici non allevati. L’acquacoltura ha origini molto antiche: nell’Antico Egitto su un bassorilievo trovato in una tomba (Figura 2) si osserva una scena di pesca di alcune tilapie (Figura 3), allevate probabilmente con finalità ornamentali nel 2500 a.C. . La Cina è considerata la culla asiatica dell’acquacoltura dove è praticata nel periodo tra il 2000 a.C. e il 1000 a.C. principalmente per l’allevamento della carpa (Figura 4).

figura 2 - Bassorilievo sulla tomba di Aktihetep che mostra una rete da pesca sul Nilo (2500 a.C.)

figura 3 - Tilapia del Nilo

figura 4 - Carpa comune

In seguito Fenici, Etruschi e Romani si interessarono all'allevamento dei pesci; i Romani in particolare allevavano le murene e le anguille in apposite vasche sulla costa laziale e sulle isole dell'arcipelago Toscano (come l'Isola del Giglio, o Ponza. In Europa divenne un fenomeno importante a partire dal Medioevo

Le tipologie di acquacoltura possono essere classificate secondo diversi criteri: l’ambiente di allevamento (acqua dolce, salata, salmastra), il tipo di animali allevati (pesci, crostacei, molluschi) e il livello di intensità del processo produttivo. Quest’ultimo criterio distingue 3 tipi di acquacoltura:

  • Estensiva: attuata generalmente in ambienti naturali, sfrutta le risorse trofiche naturali con ridotti interventi antropici. Ne fanno parte la vallicoltura marina e la stagnicoltura (principalmente d'acqua dolce). In questo tipo di allevamento l'operatore si limita alla preparazione ottimale dei bacini destinati all'allevamento, controllando la natura e lo stato del loro fondo e degli argini, spesso aumentando la produttività naturale degli stessi attraverso la concimazione preventiva. La semina del novellame, la pesca, la selezione e il controllo dello stato sanitario del pesce fanno parte della gestione, ma il pesce cresce in funzione della densità di allevamento (kg di pesce per ettaro di superficie del bacino) e delle condizioni ambientali (natura del fondale, latitudine e quindi temperatura). Si tratta quindi di un sistema ambientale chiuso, con un minimo apporto di acqua necessario a compensare l'evaporazione e totalmente privo di impatti sull'ambiente (se si esclude l'intervento necessario alla creazione dei bacini che è risultato purtroppo comunque devastante in particolari ecosistemi quale quello delle mangrovie). Frequentemente nell'acquacoltura estensiva vengono allevate nello stesso ambiente più specie, con abitudini alimentari diverse, situazione definita "policoltura". Questo permette un miglior sfruttamento energetico delle risorse trofiche e un miglioramento della produttività del sistema,
  • Intensiva: si attua in bacini artificiali o in aree lagunari recintate, è caratterizzata da forti densità di pesce per unità di volume produttivo. L'alimentazione viene integrata artificialmente mediante somministrazione di alimenti naturali (pesce o cereali) o di mangimi formulati,
  • Iper-intensiva: l'acqua all'interno dei bacini viene continuamente rinnovata, e viene pure fornito ulteriore ossigeno indispensabile alla respirazione del pesce. Vengono controllati i parametri ambientali e mangimi appositamente formulati. L'impatto ambientale di questo tipo di allevamento dipende da molte variabili tra le quali il tipo di gestione, la specie allevata e la tecnologia dell'impianto produttivo. Nel sistema a ricircolo (RAS, Recirculated Aquaculture System) l’acqua passa attraverso un biofiltro costituito da un sistema in grado di fornire superfici di attecchimento ai batteri Nitrosomonas e Nitrosobacter che trasformano l‘ammoniaca escreta dal pesce in nitrati, forma chimica dell'azoto meno tossica per il pesce. L'utilizzo di batteri denitrificanti, in presenza di una fonte di carbonio organico, consente l'eliminazione anche dei nitrati sotto forma di azoto gassoso. Questo approccio permette un notevole risparmio idrico, una riduzione delle emissioni azotate nell'ambiente esterno, ma comporta generalmente un peggioramento della qualità organolettica del prodotto allevato.

Il sistema integrato (IMTA, Integrated Multi-Trophic Aquaculture) consiste nell’allevare e coltivare specie animali e vegetali diverse, utilizzando per la loro crescita parte delle perdite energetiche dovute alla produzione di ognuna di esse. Per esempio, le deiezioni animali possono essere utilizzate per produrre piante o alghe e queste possono essere utilizzate come foraggio per altri animali. Questo tipo di approccio è particolarmente studiato dalla FAOper incrementare la disponibilità di cibo in aree sottosviluppate.

In base al tipo di ambiente nel quale l'acquacoltura viene esercitata, vengono poi distinte la maricoltura (di acqua salata), dall'acquacoltura di acqua calda e da quella di acqua fredda.

Tra i prodotti da acquacoltura più diffusi, vi sono: il salmone, la carpa, la tilapia, il pesce latte, il pangasio, l'orata, il branzino o spigola, la trota iridea, i peneidi o mazzancolle (Peneus spp.).

E’ considerata acquacoltura anche la bivalvicoltura nella quale l'intervento dell'uomo è solitamente limitato a fornire un supporto meccanico adatto all'attecchimento degli organismi acquatici, per facilitarne lo sviluppo ed il prelievo finale.

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Livello 1 Livello 2 Livello 3 Livello 4
Il Cibo é vita
Alimenti di origine animale: carne e latte
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Gli insetti nell'alimentazione animale
La proteina dal foraggio alla carne
Il latte: composizione, consumo, storia ed evoluzione
La carne: un alimento fondamentale in continua evoluzione
Alimenti di origine vegetale: semi, radici, foglie
Produrre zucchero e altri dolcificanti
Prodotti dalle colture oleaginose
Le grandi commodities agricole
Com'é governato il mercato delle grandi commodities
Il flusso degli alimenti nel mondo
L'impatto dell'evoluzione mondiale dei consumi alimentari: il caso della Cina
I cereali come cibo
Trasformazione riso: parboilizzazione
Prodotti a base di riso
Il Golden Rice
Trasformazione frumento: lievitazione ed estrusione
Prodotti a base di frumento
Celiachia: allergia o intolleranza?
Trasformazione mais: macinazione o nixtamalizzazione
Prodotti a base di mais in Italia
Le varietà locali per la polenta
Prodotti a base di mais nel mondo
Nuove tendenze: cibi funzionali, cibi a chilometro zero
Accesso al Cibo
Il diritto al cibo nel diritto internazionale
L'Indice globale della fame
La finanziarizzazione dei prezzi agricoli
I prodotti agricoli a doppio uso: cibo ed energia
Donne e sicurezza alimentare
Donne e agricoltura: il caso del Mozambico
L'adattamento al cambiamento climatico
La Storia del Frumento
Thanksgiving-day
Nonno Alfredo racconta…

Bassorilievo sulla tomba di Aktihetep che mostra una rete da pesca sul Nilo (2500 a.C.)

(Fonte: http://www.fao.org/docrep/005/ac736e/ac736e00.HTM)

Bassorilievo sulla tomba di Aktihetep che mostra una rete da pesca sul Nilo (2500 a.C.)

Tilapia del Nilo

(Fonte: http://en.wikipedia.org/wiki/File:Oreochromis-niloticus-Nairobi.JPG)

Tilapia del Nilo

Carpa comune

(Fonte: http://en.wikipedia.org/wiki/File:Cyprinus_carpio.jpeg)

Carpa comune

Produzione mondiale di pesce dal 1950 al 2012

(Fonte: modificato da FAO, 2014.The State of World Fisheries and Aquaculture)

Produzione mondiale di pesce dal 1950 al 2012

La pesca e l’acquacoltura sono importanti fonti di reddito e di sostentamento per una non trascurabile parte della popolazione mondiale: nel 2010 più di 50 milioni di persone sono state impiegate direttamente in queste due attività (Tabella 1). Più del 80% di queste persone vive in Asia, seguono l’Africa (7%) e l'America Latina con i Caraibi (3,5%) mentre le aree geografiche meno rappresentate sono l’America del Nord e l’Oceania che insieme non arrivano all’1% degli impiegati nel settore. Limitatamente alle attività di acquacoltura si nota come essa impieghi più 16 milioni di persone (circa il 30% del totale), per il 97% concentrate in Asia. Occorre poi considerare l’indotto della pesca che comprende le attività accessorie come la trasformazione, il confezionamento, commercializzazione dei prodotti ittici, le industrie per la realizzazione delle attrezzature, la ricerca e lo sviluppo.

Tabella 1. Numero di pescatori e acquacoltori nel mondo nel2010(Fonte: modificato da FAO, 2012.The State of World Fisheries and Aquaculture)

Area geografica

Pescatori

(migliaia di persone)

Di cui acquacoltori (migliaia di persone)

Africa

3955

150

Asia

47857

16078

Europa

634

85

America Latina e Caraibi

1974

248

America del Nord

342

4

Oceania

76

6

Mondo

56848

16571

Altri aspetti interessanti del prodotto proveniente da acquacoltura sono la rintracciabilità e la sua sicurezza alimentare, soprattutto per quanto riguarda il rischio di bioaccumulo di alcuni contaminanti ambientali quali i metalli pesanti, i PCB e le diossine, che tendono a concentrarsi attraverso la catena alimentare acquatica, particolarmente nelle specie ittiche bentoniche e pelagiche di grandi dimensioni quali ad esempio i tonni, i pesci spada, la rana pescatrice, alcuni squali e razze.

I prodotti della pesca sono tra i prodotti alimentari più scambiati in tutto il mondo e il loro volume di scambio crescerà negli anni a venire: si prevede che l'acquacoltura sarà tra i settori a più rapida crescita delle produzioni animali e nel prossimo decennio, insieme con la pesca, le produzioni supereranno quelle di pollo, maiale e manzo. Per garantire che questo avvenga in maniera ecologicamente sostenibile occorre minimizzare gli impatti sui sistemi acquatici derivanti dall’impiego di tecnologie di allevamento sempre più performanti e dall’impiego massiccio di mangimi. In più, per il pieno sviluppo delle potenzialità dell’acquacoltura nei paesi in via di sviluppo è necessario il miglioramento del contesto sociale affiancato all’introduzione di soluzioni tecniche innovative.

Acquaculture in novsa scotia 

Acquacoltura  

Acquacolutra bibliografia

Acqua coltura-pesca

FAO, 1966. Fish Culture in central east Africa

FAO, 1988 . History of Aquaculture

FAO

FAO/WHO, 2011. Report of the Joint FAO/WHO Expert Consultation on the Risks and Benefits of Fish Consumption, Rome, 25–29 January 2010. FAO Fisheries and Aquaculture Report No. 978. Rome, FAO.

FAO, 2012 The State of World Fisheries and Aquaculture

FAO, 2014. The State of World Fisheries and Aquaculture

Mozaffarian, D. and Rimm, E.B. 2006. Fish intake, contaminants, and human health: evaluating the risks and the benefits. JAMA, 296(15): 1885–1899.

Peet, M. and Stokes, C. 2005. Omega-3 fatty acids in the treatment of psychiatric disorders. Drugs, 65(8): 1051–1059.

Young, G. and Conquer, J. 2005. Omega-3 fatty acids and neuropsychiatric disorders. Reproduction Nutrition Development, 45(1): 1–28.