Costi/opportunità dell'acqua

In un contesto internazionale dove le previsioni più negative delineano scenari in cui la domanda di acqua supererà la sua offerta, le aziende - non solo gli Stati – da tempo si contendono questa risorsa così preziosa e fondamentale per il regolare funzionamento delle proprie attività di business. La disponibilità o la scarsità d’acqua costituiscono un elemento alla base del successo/insuccesso di numerose attività economiche. Inoltre, così come esistono tensioni tra gli stati per la gestione e lo sfruttamento delle risorse idriche, le aziende, soprattutto le grandi società multinazionali, sono sempre più oggetto di recriminazioni e proteste circa le quantità di acqua prelevate ai fini delle loro attività economiche e per le modalità di accaparramento delle stesse. Lo sviluppo incontrollato delle attività industriali, soprattutto nei paesi in via di sviluppo, con gli elevati livelli di inquinamento ad esse connesse, pone una seria minaccia nei confronti dell’acqua disponibile: la qualità dell’acqua utilizzabile per svolgere un’attività industriale, può essere infatti notevolmente inferiore rispetto a quella utilizzabile ai fini agricoli o di sussistenza. Tale trade-off è e sarà sempre più oggetto di dispute e conflitti di natura interna, che si andranno a sommare a quelli di natura geopolitica che vedono principalmente coinvolti gli stati.

Scarsità idrica e squilibri tra domanda e offerta di acqua sono tematiche che riguardano non solo le comunità in cui l’accesso all’acqua è limitato per varie ragioni, o le relazioni tra due o più stati che condividono bacini idrografici transfrontalieri. Si tratta, altresì, di una questione che concerne in maniera sempre maggiore e rilevante gli interessi delle aziende che utilizzano l’acqua per le proprie attività o che forniscono impianti e tecnologie per la gestione delle risorse idriche.

L’incremento della popolazione globale e dei processi di urbanizzazione ad essa collegati, e la crescita economica delle potenze emergenti, quali Cina, India e Brasile, stanno generando pressioni sulle risorse idriche, già sottoposte a varie forme di stress. Secondo i trend attuali di crescita economica e demografica, la disponibilità di acqua potrebbe soddisfare circa il 60% della domanda globale e meno del 50% di quella dei paesi in via di sviluppo, quali Cina, India e Sud Africa. Gran parte della crescita dei consumi dipenderà proprio dalla produzione industriale (nei prossimi 35 anni se ne stima un aumento di ben 4 volte rispetto ai livelli attuali di utilizzo dell’acqua).

L’inquinamento atmosferico di origine industriale, lo scarico di rifiuti nei corsi e bacini idrici, l’eccessivo sfruttamento agricolo ed i connessi fenomeni di eutrofizzazione di bacini idrici e falde acquifere, così come altre forme di inquinamento idrico sono sicuramente tra le cause del peggioramento della qualità dell’acqua, altra componente nella riduzione delle risorse idriche disponibili: la qualità dell’acqua utilizzabile per svolgere un’attività industriale, può essere infatti notevolmente inferiore rispetto a quella utilizzabile ai fini agricoli o di sussistenza.

La scarsità idrica ha effetti sull’aumento dei prezzi e tende a far aumentare i livelli di regolamentazione e di competizione per l’accesso all’acqua, ponendo serie sfide alle aziende in termini di ottimizzazione e razionalizzazione del loro utilizzo di acqua.

In diversi casi, negli ultimi anni, medie e grandi aziende si sono trovate a dover gestire problematiche legate all’acqua: nel 2007, una prolungata siccità nello stato americano del Tennessee, costrinse la US Tennessee Valley Authority (la più grande azienda federale statunitense attiva nel campo della pianificazione regionale che si occupa della navigazione, del controllo delle piene, della produzione di energia elettrica, della produzione di fertilizzanti e dello sviluppo economico della Valle del Tennessee e delle regioni limitrofe, anche in altri stati federali) a ridurre di circa un terzo la produzione di energia idroelettrica e a sostituirla con fonti fossili a maggior impatto in termini di inquinamento. Anche un gigante economico come la Coca-Cola ha dovuto far fronte a critiche molto forti riguardanti lo sfruttamento dell’acqua, provenienti dalle popolazioni urbane e agricole dello Stato indiano del Kerala, che hanno costretto il management aziendale a decidere per l’interruzione temporanea delle attività.

Raggiungere una riduzione o un miglioramento nei consumi idrici costituisce quindi sia un’opportunità che una necessità per le aziende pubbliche o private; non si tratta solo di ridurre i costi di utilizzo di tale risorsa o limitare fattori di tensione sociale legati allo sfruttamento dell’acqua, bensì anche di offrire soluzioni tecnologiche, prodotti e servizi che possano aumentare la produttività dell’acqua utilizzata.
Uno degli esempi più evidenti è quello dell’agricoltura, dove il miglioramento nelle tecnologie per l’irrigazione e nella selezione delle piante sta contribuendo a migliorare la resa produttiva a parità di acqua utilizzata (la cosiddetta more crops per drop).

Nuovi approcci e tecnologie stanno aiutando diverse tipologie di aziende, come quelle petrolifere, minerarie, alimentari, o le stesse società fornitrici dei servizi pubblici a sfruttare meglio l’utilizzo dell’acqua. Secondo alcune stime, i costi del miglioramento della produttività idrica a livello globale potrebbero aggirarsi attorno ai 60 miliardi di dollari l’anno, con un'equa ripartizione tra settore pubblico e privato e la possibilità di un ritorno dell’investimento a breve termine.

Negli ultimi anni numerosi soggetti si sono mossi in questa direzione. La sfida principale è rappresentata dalla capacità di fornire soluzioni integrate in grado di ridurre l’utilizzo dell’acqua da parte delle aziende. Inoltre, un ruolo fondamentale in questo settore verrà svolto dal sistema di standard e regole che verrà sviluppato a livello internazionale e nazionale.

Soddisfare la domanda attraverso un aumento dell’offerta attraverso la desalinizzazione, lo sfruttamento delle acque in profondità o la canalizzazione delle acque di superficie, richiederà attività complesse e dai costi elevati. I governi verranno chiamati a gestire l’aumento della domanda sia aumentando i prezzi dell’acqua, sia limitandone l’utilizzo, con le evidenti conseguenze che ciò comporterà a livello sociale e politico.

In ogni caso, vi saranno impatti diretti anche sul comparto economico-produttivo, sia per gli operatori locali, che per le multinazionali, sempre più operanti in aree caratterizzate da problemi di accesso all’acqua e scarsità idrica.
Negli ultimi anni, paesi con risorse idriche scarse o addirittura quasi inesistenti hanno visto aumentare esponenzialmente i consumi d’acqua anche grazie a sistemi d'incentivi pubblici, ma con costi esorbitanti per le casse statali: a Dubai, negli Emirati Arabi Uniti, il consumo d’acqua pro capite è doppio rispetto a quello degli Stati Uniti. Nel 2013 sono stati utilizzati 1.100 miliardi di litri di acqua desalinizzata, con un aumento del 4% rispetto all’anno precedente. Un trend simile è stato registrato anche negli anni precedenti. Ciò ha portato il governo dell’Emirato a sviluppare piani per la riduzione dei consumi idrici, tramite l’aumento dei prezzi e l’abbassamento dei sussidi.

Cile o la Bolivia, ricchi di risorse minerarie ma poveri di risorse idriche potabili, vedono i governi impegnati a monitorare e regolamentare l’accesso e l'utilizzo delle risorse idriche. Ciò ha un impatto diretto sugli operatori economici. A seguito della richiesta da parte del governo cileno di ridurre il tasso di estrazione dell’acqua per le attività minerarie, diverse aziende hanno realizzato piani per approvvigionarsi tramite la costruzione di impianti di desalinizzazione. Inoltre hanno iniziato a sviluppare tecnologie e processi estrattivi che impieghino meno acqua per separare le rocce dai minerali, oppure per migliorare il riciclo dell’acqua.

Anche le grandi aziende stanno sviluppando sistemi di monitoraggio dei propri consumi d’acqua al fine di migliorare i processi produttivi, rendendoli efficienti dal punto di vista idrico e limitando gli sprechi. Uno dei settori, oltre a quello minerario, dove le aziende sono più attente nella gestione delle risorse idriche utilizzate, è sicuramente quello del comparto alimentare e in particolare della produzione di bevande: la società sudafricana-britannica SABMiller, seconda principale produttrice di birra al mondo (detiene, tra gli altri, il marchio italiano Peroni) negli anni passati ha lanciato un programma di controllo dell’utilizzo di acqua, dalla materia prima al consumatore, in diversi paesi: l’obiettivo principale del management è quello di ridurre, entro il 2015, del 25% l’utilizzo di acqua per litro di birra prodotto, ossia 3,5 litri d’acqua per litro di birra prodotta, contro una media internazionale di 5 litri.

Al fine di sostenere governi, istituzioni locali e aziende nell’utilizzare l’acqua in maniera più efficiente all’interno delle loro attività, diverse società multinazionali sono impregnate nello sviluppo di prodotti e servizi. Si pensi a realtà come Siemens, per quanto riguarda la realizzazioni di prodotti per le aziende e per gli operatori pubblici, o come IBM, che sviluppa e fornisce le tecnologie per misurare e controllare l’efficienza idrica, il trattamento delle acque e l’irrigazione.
Esistono compagnie petrolifere che stanno vendono le proprie tecnologie di estrazione degli idrocarburi per migliorare l’accaparramento delle risorse idriche.

Cercando di individuare le tipologie di opportunità economiche che ruotano attorno all’acqua, le principali sono:

- il miglioramento del trattamento e della distribuzione delle acque;

- l’aumento di produttività nei processi industriali e di generazione d’energia ad “alta intensità d’acqua”:

- l’incremento dell’utilizzo dell’acqua in campo agricolo, o, parallelamente, la riduzione degli sprechi ad esso collegati.

Le compagnie pubbliche o private che erogano i servizi pubblici (come quelli della fornitura di acqua o del trattamento dei rifiuti liquidi urbani), nonché diversi soggetti operanti in svariati settori produttivi e commerciali, spendono centinaia di miliardi di euro all’anno per rendere accessibile l’acqua, occupandosi della raccolta, del trattamento e del trasporto di tale risorsa. Due terzi dei costi totali sostenuti per questo tipo di attività riguardano le economie maggiormente industrializzate e sviluppate. Tuttavia, la maggior parte della crescita futura di consumi in questo campo proverrà da paesi in via di sviluppo ed emergenti: in Cina e India, ad esempio, sono centinaia le infrastrutture costruite o in fase di costruzione per tali scopi. Si parla di un business di centinaia di miliardi di euro per lo sviluppo di tecnologie, prodotti e servizi.

Le società attive in questo settore stanno sviluppando diverse tecnologie e soluzioni, quali la raccolta e il riciclo delle acque fognarie per utilizzarle negli scarichi dei sanitari o il recupero dell’acqua dei sistemi di condizionamento ad aria, così come l’utilizzo dell’acqua piovana per il lavaggio dei vestiti. Le stesse acque marine vengono raccolte e trattate per usi diversi da quello della desalinizzazione. Sono inoltre allo studio tecnologie e impianti per riciclare i rifiuti industriali ai fini della produzione di acqua per l’irrigazione o, addirittura, per condensare la nebbia in acqua utilizzabile.

Per quanto concerne l’efficienza industriale, se si considera che la gran parte dell’utilizzo futuro d’acqua sarà dovuto a processi produttivi di natura industriale e che, contemporaneamente, tali processi riguarderanno in larga parte il consumo di energia, l’efficienza idrica non ha valore solo di per sé ma anche per la riduzione dei consumi energetici e quindi dell’inquinamento.

Sono diverse le tecnologie e gli strumenti che possono essere utilizzati a tale scopo, quali, solo per citarne alcuni, il riciclo dell’acqua negli stabilimenti di produzione di cellulosa e carta, piuttosto che sistemi di controllo dei flussi d’acqua nella produzione tessile.

Nel campo industriale non sempre l’efficienza nell’utilizzo di una risorsa come l’acqua, comporta un miglioramento dell’intero processo, soprattutto dal punto di vista dei costi e quindi più in generale dei profitti. Tuttavia, molto dipenderà dal sistema di regole e controlli che verrà messo in atto a livello nazionale: l’aumento dei prezzi dovuto a forme di contingentamento nella distribuzione dell’acqua o al taglio dei sussidi, dove presenti, costringerà più di un attore ad adottare soluzioni efficienti e quindi tale mercato tenderà a crescere e svilupparsi.

Se si considera che le attività agricole sono responsabili, soprattutto nei paesi in via di sviluppo, della maggior parte del prelievo d’acqua (circa il 65% del totale), il problema dell’efficienza idrica riveste un’importanza fondamentale. Le aziende agricole, sia quelle locali che le multinazionali, sono da anni impegnate nella ricerca di soluzioni in termini di efficienza idrica, quali semi e fertilizzanti a basso utilizzo d’acqua, o tecnologie e tecniche che permettano una maggior penetrazione dell’acqua per l’irrigazione. A tale scopo le aziende che forniscono alle utilities pubbliche macchinari (come ad esempio le pompe idrauliche), possono estendere il proprio mercato a comunità di agricoltori che necessitano di strumenti efficaci e potenti per raccogliere ed utilizzare l’acqua per i loro campi. Sistemi comunitari di gestione della produzione agricola possono attrarre anche i necessari capitali per l’utilizzo di impianti e tecnologie che possano migliorare l’utilizzo dell’acqua, rendendo valutabile per il settore creditizio e finanziario un intervento al sostegno di queste iniziative.

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Acque Transfrontaliere
La falda acquifera di Disi. Una risorsa con-divisa tra Giordania e Arabia Saudita
Il sistema transfrontaliero dell'Himalaya
Il Bacino del Danubio
Geopolitica dell'acqua
Diritto internazionale dell'acqua
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Impronta idrica
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Inevitabilmente, l’acqua è destinata a rappresentare un fattore strategico per le aziende che operano in diversi settori produttivi, direttamente o indirettamente collegati alle risorse idriche. Tutto ciò sta attraendo sempre maggiore interesse, sia da parte delle aziende che del comparto finanziario (ad esempio, i fondi di investimento pubblici e privati), che vi hanno intravisto interessanti opportunità di profitto.
L’acqua è un anche un business e proprio per questo necessita di adeguate modalità di regolamentazione e controllo, sia al fine di ottimizzarne il valore economico, sia per preservarne il fondamentale valore umano e sociale.